All-Star Game 1998. Kobe Bryant, da quasi un paio di anni in NBA, viene convocato a quella che doveva essere l’ultima gara delle stelle di Michael Jordan. Il giocatore dei Los Angeles Lakers, durante il match, comincia a voler prendersi la scena forzando ogni tiro, senza paura. Il suo obiettivo? Continuare a sfidare MJ in uno vs uno per tutta la partita. Questo è quanto si può vedere nei nuovi episodi di ‘The Last Dance’ pubblicati oggi su Netflix. Il rapporto tra Jordan e Kobe è uno dei punti focali delle nuove puntate.
Presente, inoltre, una intervista a Kobe Bryant registrata poco tempo prima della sua morte. La leggenda gialloviola ha parlato ovviamente di Michael Jordan e del legame definito speciale che univa i due campionissimi NBA:
“Sono cresciuto guardando Jordan in TV e finalmente potevo giocarci contro. Avevo la possibilità di vederne e apprezzarne dal vivo la forza, la rapidità e la velocità d’esecuzione. Fu molto belle essere lì. I miei primi due anni in NBA non furono facili, l’età media delle squadre era molto più alta – non come ai giorni nostri. Nessuno mi prendeva sul serio. Ero il ragazzino che non riusciva neanche a prendere il ferro. In quel periodo Michael mi aiutò molto. Volevo fargli una domanda riguardo la sua tecnica di tiro ad esempio, e quando gliela feci mi diede una risposta dettagliatissima. E poi aggiunse: “Se ti serve qualcosa, chiamami pure”. È stato come un fratello maggiore”
Alla classica domanda su chi avrebbe prevalso in un ipotetico 1 vs 1 durante il loro prime, Kobe ha risposto in questo modo:
“Non mi piace discutere su chi avrebbe vinto in uno contro uno: i miei tifosi sostengono che avrei battuto MJ, ma io ho sempre detto che ciò che facevo l’avevo imparato da lui. Non avrei mai vinto 5 titoli NBA senza di lui, perché fu una guida e mi diede dei consigli fondamentali.”
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