Per alcune franchigie che, nonostante la situazione sia ancora critica, hanno già iniziato a programmare una ripresa delle attività già da venerdi, ce ne sono altre che invece si trovano ancora molto lontane dalla ripartenza. È il caso dei Dallas Mavericks, come annunciato dal patron Mark Cuban:
“No, non succederà (la riapertura, ndr). Il problema è che non possiamo fare i tamponi, quindi non possiamo assicurare la sicurezza di nessuno, giocatori di basket o chiunque altro”
Cuban è il primo tra i proprietari di una franchigia ad annunciare l’attuale impossibilità di riaprire, dovuta alla carenza di tamponi cui sottoporre staff e giocatori. Altre squadre hanno rinviato la ripresa delle attività oltre venerdì, come i Lakers. Cuban prosegue:
“Non ne varrebbe la pena, nemmeno se provassimo ad adottare altri tipi di precauzioni. I nostri ragazzi si stanno allenando in diverse maniere, giocano e tirano all’aperto: il gioco non vale la candela”
La carenza di tamponi rischia di minare quindi una ripartenza che, già adesso, sembra comunque difficile. Cuban ha indicato la via maestra per provare a riprendere il campionato: tamponi.
“Una volta che i test saranno disponibili, allora potremo mettere in atto tutte le altre misure a cui siamo già pronti. I nostri giocatori ci metteranno un po’ a riprendere la forma, ma la maggior parte di loro è giovane, quindi non sarà una cosa impossibile”
“I training camp, attualmente, durano tre settimane. Non è poi tutto questo lungo periodo di tempo”
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