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NBA, Doc Rivers: “Dovremmo essere ancora tutti preoccupati”

In attesa del ritorno in campo della NBA, i giocatori dei Los Angeles Clippers torneranno ad allenarsi sotto la guida di  Doc Rivers all’inizio della prossima settimana.

Come comunicato dalla lega, per rispettare le linee guida saranno ammessi solamente quattro giocatori per ogni struttura utilizzata. Inoltre, agli atleti sarà severamente proibito qualsiasi tipo di contatto fisico tra di loro e con il personale tecnico a disposizione.

Nonostante questa lenta ripresa delle attività, l’allenatore dei Clippers continua ad avere diversi dubbi sulla possibilità di ridurre al minimo i rischi di un nuovo contagio.

Nel corso della registrazione del podcast Hoops, Adjacent, Doc Rivers ha infatti espresso diversi dubbi sulle reali capacità della lega di mantenere un ambiente protetto, sopratutto con così tanti atleti e membri dello staff in circolazione. Ecco le sue parole:

“Sono preoccupato, chiunque dovrebbe esserlo. Non dispongo delle conoscenze necessarie per sapere cosa sia o faccia questo virus. Sappiamo che colpisce maggiormente le persone che stanno in gruppo, e perde di efficacia quando rimaniamo isolati. Capisci? Questo lo sappiamo già. Sentite, non sono più nel fiore dei miei anni, ho 58 anni, ma mi reputo comunque ancora abbastanza giovane. Quello che intendo dire è che lavoro senza paura? Certo che no. Bisogna avere sempre un po’ di paura in questa situazione. Finché non c’è un vaccino, nessuno mi può venire a dire che lavorerà a suo agio.”

Una delle questioni che ha creato maggiori difficoltà alla NBA è legata all’età anagrafica di molti addetti ai lavori che, in caso di infezione, rischierebbero la loro stessa vita. Esattamente come molte altre franchigia NBA, diversi membri dello staff dei Los Angeles Clippers appartengono alle fasce di età più a rischio in caso di infezione, come nel caso del consulente della squadra, l’Hall of Famer Jerry West.

Per quanto riguarda invece il personale dello staff tecnico, Doc Rivers si è concentrato su uno dei suoi assistenti più fidati e di lunga data, Armond Hill, che sarà costretto ad assentarsi proprio per i suoi 67 anni.

“Armond mi avrebbe dato una grande mano, ma non potrà rimanere con noi. E’ davvero arrabbiato. Vorrebbe continuare a lavorare, e lo capisco. Ma non glielo lasceremo fare. Non possiamo proprio. Non potrei vivere con questo fardello sulla coscienza.”

Tra i numerosi argomenti affrontati da Doc Rivers, la comunicazione a distanza tra i vari giocatori è sembrata invece l’inconveniente di minore portata, come descritto anche da alcuni suoi aneddoti.

“La parte della comunicazione è stata fantastica, facciamo tutte le riunioni su Zoom. Abbiamo tre o quattro matricole che vivono da sole in un appartamento. Due di questi, purtroppo per loro, avevano appena rotto con le loro ragazze prima della pandemia. Quindi sono a casa da soli. La mia ipotesi è che stiano su Tinder, Raya e le altre app tutto il giorno. Ma sono solo chiacchere, poco importa, ma è dura per questi ragazzi. La maggior parte di loro non sa cucinare. Devono convivere con i problemi quotidiani. Quindi dobbiamo assicurarci, per la loro salute mentale, di rimanere in comunicazione con tutti questi ragazzi.”

Prima della sospensione della stagione, i Los Angeles Clippers erano considerati una delle franchigie più accreditate per la vittoria del campionato, forti di un record di 44 vittorie e 20 sconfitte, inferiore solo a quello dei Los Angeles Lakers.

 

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Pubblicato da
Lorenzo Garbarino

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