Tutti noi in questo periodo di quarantena abbiamo fatto molte videochiamate con parenti e amici. Non è da meno Dwight Howard, giocatore dei Los Angeles Lakers, che ieri ha avuto una diretta Instagram con il suo compagno di squadra Jared Dudley.
Uno degli argomenti trattati dai due è stata la stagione 2012-13, un’esperienza in maglia Lakers deludente per Howard.
Una stagione che ha amareggiato tutta la città di Los Angeles: i Lakers, con un record di 45-37, furono umiliati al primo turno dei Playoffs dai San Antonio Spurs di Gregg Popovich.
Una delusione che è ancora impressa nella mente di Dwight Howard:
“Ero davvero arrabbiato per come erano andate le cose quell’anno: pensavo di non tornare mai più. In quella stagione c’era troppo individualismo all’interno dello spogliatoio: non ci ha permesso di esprimerci al meglio”
Un’altra difficoltà è stato il rapporto con i compagni tra cui Kobe Bryant che, in passato, aveva recriminato a Howard la mancanza di carattere, sia in campo che in allenamento.
Con Kobe c’era, secondo Dwight Howard, difficoltà nel comunicare:
“È stato difficile trovare un modo di comunicare tra me e Kobe: vivevamo due momenti diversi delle nostre carriere e, sfortunatamente, non ci siamo sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda. Quell’anno ho iniziato la stagione cercando di essere la miglior versione di me stesso, sia come giocatore che come uomo. Ero giovane e pensavo: ‘Migliorerò’, questo è quello che credevo all’epoca”
Sul suo ritorno ai Lakers ha detto:
“Quando lasciai LA la prima volta ho ricevuto troppe critiche, mi sentivo che non sarei più tornato: ero infuriato. Ma quest’estate ho messo da parte l’ego e ho lavorato per perdonare tutte quelle persone che mi avevano criticato”
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