Con lo stop subito dalla NBA a causa della pandemia, datato 11 marzo, è esploso il tema del paragone tra due dei più grandi di sempre: LeBron James e Michael Jordan. Chi è il GOAT, il Greatest Of All Time? In queste settimane abbiamo incontrato decine e decine di opinioni provenienti da tutto il mondo del basket: in particolare da giocatori, ex giocatori e opinionisti. Ognuno ha espresso il suo parere, prendendo posizione tra le fila dello schieramento His Airness o di quello a supporto del Re. A questo profondo calderone di idee, non poteva non aggiungersi quella di Jerry Reinsdorf: proprietario dei Chicago Bulls dal 1985.
Jerry Reinsdorf, proprietario anche dei Chicago White Sox, franchigia della Major League Baseball, è chiaramente un estimatore di Michael Jordan, ma si è dichiarato stufo di sentir ancora parlare di questo confronto:
“Questa è storia, fatta per cose affascinanti. E ‘The Last Dance’ dovrebbe far capire a tutte le persone con una visione normale che Michael è stato ogni oltre dubbio il migliore di sempre. Personalmente, ogni volta che qualcuno prova a parlarmi del paragone tra Michael e LeBron rispondo di non voler sprecare il mio tempo.”
Dunque, per il miliardario 84enne non c’è confronto che tenga. Ma non perché l’argomento è troppo ricorrente. Perché ha sgretolato di netto l’idea che qualcuno possa azzardarsi a paragonarli:
“Sono soddisfatto che ‘The Last Dance’ abbia mostrato quanto Michael fosse grande alle persone che non lo hanno mai visto giocare veramente. Sono veramente stufo di coloro che provano a confrontare LeBron e Michael, dato che il primo non è nemmeno vicino. Le persone dovrebbero accostare LeBron a Oscar Robertson, o a Magic Johnson. Michael era meglio di chiunque altro e questo si è visto veramente nel documentario. Era un fenomeno. Potremo non veder mai un altro come lui.”
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Ben detto. Ma Lebron gioca ancora, è per questo che viene pompato: una sapiente operazione di marketing. Che vantaggio avrebbe l'NBA a dire che i più forti di sempre non giocano più ? Ma almeno LeBron rimarrà tra i primissimi: più scandaloso il caso di Bryant, che col tempo scivolerà sicuramente in posizioni di retroguardia.