Dopo settimane di buio finalmente si vede la luce: il ritorno della NBA si avvicina. A partire dal 1 giugno le squadre potranno iniziare a richiamare sia giocatori lontani dalla sede della franchigia che quelli fuori dal loro mercato di riferimento.
Un passo in avanti verso la ripresa che, presumibilmente, sarà per metà luglio. Oltre a richiamare i giocatori lontani, come ad esempio i Dallas Mavericks con Luka Doncic (volato in Slovenia), potranno espandere gli allenamenti individuali in corso, come scrive ESPN.
Al rientro alla base i giocatori seguiranno una quarantena di circa 14 giorni, dopo di che si passerà a una o due settimane di allenamenti individuali. Infine altre due-tre settimane di training camp: l’obiettivo della NBA e delle squadre è quello di ripartire entro la fine di luglio.
Il commissioner NBA Adam Silver aveva chiesto ai vari governatori e al presidente USA Donald Trump un aiuto per far tornare i giocatori lontani dal territorio americano.
In questi giorni, dunque, le squadre NBA attendono dalla lega le linee guida da attuare in vista della ripartenza: molti sperano che Silver anticipi a giugno la ripresa della stagione, ma è molto improbabile.
La lega e l’Associazione Giocatori (NBPA) stanno ancora discutendo sulle modalità di ripresa, se si ripartirà dalla stagione regolare o dai Playoffs e se tutte e 30 le squadre NBA ritorneranno in campo.
Non si esclude la possibilità di giocare in due siti diversi: oltre a Orlando, resta in piedi anche l’ipotesi Las Vegas.
Il ritorno della NBA si fa sempre più vicino.
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