È un periodo di stasi ed indecisione nel mondo NBA, caratterizzato per molti giocatori dall’impossibilità di allenarsi direttamente sul parquet. Sono ventuno le squadre che, in base alle restrizioni variabili emanate dai diversi Stati in cui si trovano, hanno riaperto i propri centri di allenamento per sedute individuali e distanziate tra i giocatori, ma va anche sottolineato che le altre nove franchigie corrono il tangibile rischio che le loro strutture non vengano proprio riaperte nelle settimane a venire.
Per questo motivo, alcune di esse stanno domandando alla NBA se vi sia la possibilità che i loro giocatori, alcuni dei quali stanno trascorrendo la quarantena nelle rispettive città natali lontani dai siti delle loro squadre, non ritornino in quelle stesse città, per presentarsi al training camp direttamente nel posto, sicuro e isolato, che verrà prescelto per giocare le partite, che esso sia Disneyland o Las Vegas.
Tante franchigie della costa est stanno valutando seriamente di avanzare questa proposta, per evitare di forzare i propri giocatori ad un doppio, inutile e rischioso viaggio, tenendo in conto che dovrebbero affrontare 14 giorni o più di ulteriore isolamento, qualora tornassero in città, senza ovviamente potersi allenare in palestra.
La NBA sta provvedendo all’allestimento di campus appositi ed isolati per poter concludere la stagione, ma anche per far eventualmente convergere lì giocatori della medesima squadra provenienti dai diversi luoghi scelti per trascorrere la quarantena, affinché possano riprendere gli allenamenti in strutture apparentemente sicure.
Uno degli esempi di giocatore che approverebbe questa situazione è Kyle Lowry, al momento a Philadelphia ed intento ad allenarsi nella palestra della sua vecchia high school. Ritornare a Toronto, per poi partire alla volta del sito selezionato per l’inizio della preparazione, lo costringerebbe in Ontario ad altre due settimane di lontananza dai preparatori dei Raptors e rallenterebbe ulteriormente il processo di ripartenza.
La lega sta lavorando per ovviare a queste complicazioni e probabilmente sapremo qualcosa di più dettagliato intorno ai primi di giugno, giorni in cui potrebbe essere rivelata anche la data di riavvio delle operazioni.
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