Si segnala, purtroppo, un nuovo caso di sopruso da parte delle forze di polizia dagli Stati Uniti. Dopo la morte di Ahmaud Arbery, per la quale si era esposto, come sempre, LeBron James, l’ennesimo avvenimento di violenza non necessaria verso un cittadino afroamericano ha scatenato la reazione di diversi esponenti della NBA.
George Floyd, 46enne di Minneapolis, è stato fotografato da dei passanti mentre un poliziotto lo tiene bloccato a terra con un ginocchio: Floyd è stato poi dichiarato morto in ospedale. I quattro poliziotti coinvolti nell’arresto sono stati licenziati e il capo dipartimento ha avviato un’indagine interna. Sono tanti i giocatori (e non solo) che hanno deciso di dire la loro.
Non potendo scendere in campo per protestare, come invece fu fatto per l’omicidio di Eric Garner e la tristemente celebre frase “I can’t breathe”, questi ultimi si sono esposti sui social media. Primo fra tutti, ancora una volta, LeBron James:
Ad essere colpito duramente dall’accaduto è stato Stephen Jackson, che era grande amico di Floyd:
Parole di rabbia e di condanna sono arrivate anche dall’allenatore dei Golden State Warriors, Steve Kerr:
Ray Allen ha condannato duramente l’accaduto, lanciando accuse pesanti contro la polizia e il pregiudizio verso la popolazione afroamericana:
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