L’Hall of Famer, Kareem Abdul-Jabbar è intervenuto sulle pagine del Los Angeles Times per commentare le proteste a livello nazionale legate alla brutalità della polizia sull’uccisione di George Floyd. La leggenda della NBA ha firmato un editoriale con cui ha, tra le altre cose, condannato i saccheggi e le distruzioni di auto/negozi da parte di alcuni manifestanti:
“Sì, le proteste sono spesso usate come scusa per alcuni di trarne vantaggio, proprio come quando i fan che celebrano un campionato di squadre sportive bruciano auto e distruggono i negozi. Non voglio vedere negozi saccheggiati o addirittura bruciare edifici. Ma gli afroamericani vivono in un edificio in fiamme da molti anni, soffocando nel fumo mentre le fiamme bruciano sempre più vicino.”
Poi Kareem ha fatto un ritratto – chiarissimo – della situazione razzismo negli States:
“Il razzismo in America è come polvere nell’aria. Sembra invisibile – anche se stai soffocando – fino a quando non fai entrare il sole. Quindi vedi che è ovunque.”
Attivista da diverso tempo, nel 2017 l’ex centro di Los Angeles Lakers e Milwaukee Bucks ha chiamato il presidente Donald Trump per il suo divieto di viaggio nei confronti di numerosi paesi a maggioranza musulmana. Sabato scorso, Abdul-Jabbar ha nuovamente invocato il nome di Trump a difesa dei manifestanti parlando della paura con cui le persone di colore vivono quando eseguono semplici attività quotidiane come fare jogging o guidare.
“Quello che dovreste vedere quando ci sono manifestanti di colore durante l’era di Trump e coronavirus, sono persone ormai al limite… e non perché vogliono vedere aprire bar e saloni di bellezza, ma perché vogliono vivere. Vogliono respirare (“To breathe”)”
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