L’allenatore degli Utah Jazz Quin Snyder è stato intervistato mercoledì da ESPN per discutere del comitato per la giustizia sociale recentemente formato dall’associazione degli allenatori NBA. Ovviamente è stato chiesto all’allenatore la propria opinione sul rapporto tra Donovan Mitchell e Rudy Gobert.
Come ben noto il rapporto tra i due si era incrinato dopo che entrambi erano risultati positivi al coronavirus ad inizio pandemia. Snyder ha minimizzato la tensione tra le due stelle, affermando che l’attrito era dovuto all’incertezza iniziale sul virus appena entrato nello spogliatoio dei Jazz:
“Penso che bisogna fare un passo indietro quando si parla di questi due ragazzi. Sono entrambi delle ottime persone ed eccellenti giocatori. Questa è stata la prima volta che a due giocatori della stessa squadra è stato diagnosticato il virus. È comprensibile pensare alla paura e a tutti i sentimenti contrastanti che hanno attraversato le loro menti. Penso che in questo momento siamo in buona forma. Questi ragazzi sono pronti a giocare e sono pronti come il resto della squadra.”
Dopo che Gobert era risultato positivo al coronavirus lo scorso 12 marzo, il commissioner Adam Silver aveva immediatamente sospeso la stagione. Dopo la diffusione del video in cui Gobert toccava i microfoni prima di risultare positivo, alcuni giocatori dei Jazz erano rimasti risentiti. Il comportamento di Gobert è stato definito da Mitchell come “incurante”.
The Athletic aveva riferito come il rapporto tra i due fosse irrecuperabile e che Mitchell era frustrato dall’atteggiamento infantile di Gobert. Ad aprile il francese aveva annunciato che la spaccatura si stava ricucendo, mentre il mese scorso il vice presidente dei Jazz Dennis Lindsay aveva riferito che le due star erano pronte a lasciare il passato alle spalle e ad agire in modo professionale. La controprova l’avremo solo sul campo.
Leggi anche:
Mercato NBA, i New Orleans Pelicans interessati a Bradley Beal
NBA, Carmelo Anthony: “Devo capire se giocare il finale di stagione”
NBA, il presidente dei Timberwolves sul caso Floyd: “Ognuno deve fare la sua parte”