Le proteste negli Stati Uniti in seguito alla morte di George Floyd continuano e non accennano a fermarsi. In molti hanno deciso di dire qualcosa o di marciare per la parità dei diritti e combattere il razzismo. Molto sostegno è arrivato anche dal mondo sportivo, non solo dai giocatori stessi, ma anche dai General Manager e dai presidenti delle diverse squadre, specialmente quelle della NBA.
L’omicidio di George Floyd è avvenuto a Minneapolis, la sede dei Minnesota Timberwolves, e proprio per questo motivo il presidente della franchigia ha agito concretamente all’interno della comunità per abbattere le differenze sociali.
A tal proposito, il presidente Gersson Rosas ha dichiarato:
“È qualcosa che mi sta a cuore. La possibilità che tutti abbiano pari opportunità è fondamentale non solo per motivi di rappresentanza ma anche per il successo. Il basket non è un gioco americano, è un gioco internazionale, un gioco globale, e sbagli se non la vedi così. Non c’è solo un modo per giocare. Se chiedi a qualcuno che studia il nostro gioco, ti dirà che il nostro è un basket europeo. Questo non è un gioco sviluppato e prodotto negli Stati Uniti, è diverso, è l’insieme di tutto il basket mondiale”.
Poi ha continuato:
“Sono grato per il ruolo che ricopro, ma non dovrei essere l’unico. Inoltre devo fare ciò che è in mio potere per aprire le porte e aiutare gli altri dando loro la possibilità di fare qualcosa. Ci sono tante persone qualificate là fuori. Sia che si tratti di gestire squadre o di essere allenatori, la nostra lega è piena di talento e la NBA, tra tutti gli sport professionistici, è stata la leader nella diversità e sviluppo nella formazione. Proprio per questo motivo bisogna continuare su questa strada”.
Parole decisamente chiare e forti del presidente dei Minnesota Timberwolves, che vede nella NBA un trampolino di lancio per stimolare ed affermare le pari opportunità e la totale assenza di discriminazione sociale.
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