Gregg Popovich non è nuovo ad aspre critiche verso gli uomini di potere degli Stati Uniti. Dopo aver duramente criticato il presidente Donald Trump, il coach ha rivolto le sue attenzioni al commissioner NFL, Roger Goodell. Inoltre ha chiamato in causa alcuni proprietari delle squadre di football. La critica è rivolta alle mancate scuse della lega al giocatore afroamericano Colin Kaepernick. Infatti il suo nome non viene nominato dalla NFL, che si è recentemente scusata con i propri giocatori per non aver difeso il gesto di inginocchiarsi durante l’inno nazionale. Kaepernick fu il primo a compiere questo gesto di protesta. Il buon Pop inoltre ha accusato Goodell di essersi fatto intimidire da Donald Trump. Il presidente degli States a suo tempo fece pressione per vietare il gesto durante l’inno. La NFL lo ascoltò, senza difendere i propri giocatori.
Il coach dei San Antonio Spurs ha accusato di ipocrisia alcuni proprietari: Robert Kraft, owner dei New England Patriots, e Jerry Jones, dei Dallas Cowboys, sono stati tra i più criticati. L’ipocrisia chiamata in causa da Popovich deriverebbe dal supporto economico elargito a Trump, che contrasterebbe con le parole di supporto ai manifestanti spese dai due proprietari.
Ecco alcune delle dichiarazioni di coach Pop raccolte dal New York Times:
“Se sei un allenatore bianco e alleni un gruppo per la maggior parte composto da persone di colore, dovresti guadagnarti la loro fiducia, dovresti essere sincero, dovresti capire la situazione, dovresti capire in che modo sono cresciuti. Magari un ragazzo ha frequentato una scuola privata, ma un altro ha visto il suo primo assassinio a 7 anni. Un uomo intelligente dirige la NFL, ma non aveva capito la differenza tra la bandiera e cosa rende questo paese grandioso. La bandiera è irrilevante in questi casi. È solo un simbolo usato dalle persone per ragioni politiche.”
Infine, Gregg Popovich, ha espresso fiducia nel commissioner NBA Adam Silver, ritenendolo in grado di far ripartire la stagione in sicurezza.
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