Nelle ultime ore si stanno intensificando le polemiche relative alla possibile ripartenza della NBA verso fine luglio. Come riportano i media americani, diversi giocatori si sarebbero detti contrari ad una ripresa viste le condizioni socio-culturali e sanitarie che sta attraverso l’America in questi mesi tra pandemia di coronavirus e il caso George Floyd. Kyrie Irving è il rappresentante di coloro che vogliono mettere da parte il basket, almeno per questa stagione, per concentrarsi sui temi più caldi del momento. A seguirlo ci sono diversi altri atleti come Carmelo Anthony, insicuro di una sua partecipazione al riavvio di Orlando.
Nel frattempo, all’interno della discussione è intervenuto anche Patrick Beverley, playmaker dei Los Angeles Clippers, il quale ha sostanzialmente chiuso la questione dichiarando che se LeBron James ha deciso di voler tornare a giocare, allora tutti dovranno farlo. Questo il suo pensiero affidato ai social network:
“I giocatori possono dire quello che vogliono, ma se @KingJames dice che si gioca, allora giochiamo tutti. Niente di personale, è solo BUSINESS”.
Secondo quanto riferito, James non ha nemmeno partecipato alla call conference di venerdì, durante la quale più giocatori, tra cui i suoi compagni di squadra dei Lakers Dwight Howard e Avery Bradley, hanno espresso preoccupazione per la ripartenza della stagione.
Nonostante le divergenze di opinione, alcuni giocatori gialloviola hanno dichiarato domenica che “non c’è alcuna divisione” nella squadra a causa delle tematiche di cui sopra.
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