5. Bob Pettit (LSU) ai Milwaukee Hawks, 1954
Riconoscimenti: Rookie of the Year, All-Star (11x), All-Star MVP (4x), All-NBA (1st Team 10x, 2nd Team), MVP (2x), Championship, Hall of Fame
Prima scelta al Draft: Frank Selvy, Baltimore Bullets
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Gene Shue (3), Red Kerr (6), Richie Guerin (17)
Ritiratosi nel 1965, all’epoca il buon Pettit era il leader di tutti i tempi in punti segnati e minuti giocati. Secondo in canestri realizzati e rimbalzi catturati. Sesto per partite giocate e 14esimo in assist. Pettit ha presenziato in tutti gli All-Star Game e All-NBA Team in ogni singola stagione della sua carriera. Ha vinto due premi MVP e si è portato a casa un titolo nonostante lo stradominio dei Boston Celtics di quel periodo. I numeri parlano sostanzialmente per lui: non ha mai chiuso una stagione sotto i 20 punti & 12 rimbalzi di media a partita.
4. Isiah Thomas (Indiana) ai Detroit Pistons, 1981
Riconoscimenti: All-Rookie, All-Star (12x), All-Star MVP (2x), Finals MVP, All-NBA (1st Team 3x, 2nd Team 2x), Championship (2x), Hall of Fame
Prima scelta al Draft: Mark Aguirre, Dallas Mavericks
Scelte di rilievo nello stesso Draft: Buck Williams (3), Tom Chambers (8), Rolando Blackman (9), Larry Nance (20), Eddie Johnson (29)
Tornato agli onori di cronaca nelle ultime settimane a causa di ‘The Last Dance’, Isiah Thomas ha certamente un ruolo rilevante nella NBA degli anni ’80 e ’90. Il play è uno dei fautori dei ‘Bad Boys’ di Detroit trionfanti in back-to-back tra il 1989 ed il 1990. Ha battuto più volte i Chicago Bulls di Michael Jordan ai Playoff ed è il leader di tutti i tempi in punti, assist, palle rubate e partite giocate dei Detroit Pistons. Basterebbero queste poche righe per descrivere la grandezza del nativo di Chicago. Nel corso della sua carriera ha giocato 979 partite, viaggiando con una media di 19.2 punti + 3.6 rimbalzi e 9.3 assist. Fu inserito nella Basketball Hall of Fame nel 2000.