La prima volta in panchina, il primo passo su un parquet, il primo canestro sono ricordi che rimangono ben saldi nella mente dei giocatori che li vivono. Momenti quasi impossibili da scordare; tutto ciò che si desiderava da bambini si è realizzato. In particolare, il debutto è uno dei momenti più straordinari. La prima partita è un bagaglio misto tra emozioni e tensione che rimane per sempre sulla pelle, come un tatuaggio. Specialmente se gli avversari da arginare si chiamano Anthony Davis e LeBron James.
Questo è stato il benvenuto che il destino ha riservato a Eric Paschall, giovane talento selezionato con la 41esima scelta al Draft 2019 dai Golden State Warriors. La partita che mai dimenticherà è il primo incontro di preseason, datato 5 ottobre 2019 al Chase Center, in cui i Los Angeles Lakers hanno trionfato per 123 a 101. Anthony Davis concluse con 22 punti, 2 assist e 10 rimbalzi, mentre LeBron James con 15 punti, 8 assist e 3 rimbalzi. Paschall ha affidato quel tremore di gambe ai microfoni del podcast The Full 48:
“Il mio momento di benvenuto nella NBA è stato definitivamente il primo incontro di preseason. Non mi sarei mai aspettato di essere la prima persona a entrare in campo dalla panchina. Coach Kerr mi disse: ‘Eric!’, poi mi rise in faccia ed esclamò: ‘Hai AD’ [Anthony Davis]. E io pensai: ‘Quindi, devo marcare Davis e devo marcare LeBron.”
Compito estremamente arduo quello di marcare il 3 volte campione NBA, come raccontato dallo stesso Paschall:
“Ho giocato bene. LeBron mi ha bullizzato per la prima volta. Pensavo di essere un ragazzo forte prima di incontrarlo, per questo tutto è stato folle. Ma la prossima volta lo batterò, così non mi bullizzerà di nuovo.”
Anche Anthony Davis non è un giocatore facile da tener buono, ma il numero 7 degli Warriors crede di aver migliorato le sue doti di marcatore:
“La mia miglior partita contro AD [Anthony Davis] è stata l’ultima giocata contro i Lakers.”
Infine, Eric Paschall ha mostrato gratitudine nei confronti del suo allenatore per la dose di fiducia concessa ad una scelta del secondo round come lui:
“Credo che quel debutto mi abbia aiutato tantissimo con la mia autostima. Ho pensato: ‘[coach Kerr] ha davvero fiducia in me per avermi mandato a marcare quei due’. È stato divertente, molto divertente.”
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