Con l’aumento dei casi di coronavirus negli Stati Uniti, e tra gli stessi atleti, la NBA potrebbe decidere di annullare la ripartenza. Ad affermarlo è lo stesso Adam Silver, durante il programma TIME 100 Talks. Il commissioner infatti ha affermato di sentirsi positivo riguardo la ripartenza di fine luglio. Ma anche ammesso come un aumento dei casi tra atleti e addetti cambierebbe le cose:
“Una cosa che stiamo imparando di questo virus è che è imprevedibile e noi coi giocatori guardiamo uniti alla ripartenza giorno per giorno. Se ci fosse qualcosa da cambiare, al di fuori del piano di azione per cui stiamo lavorando, certamente rivedremmo i nostri piani.
Se i casi sono isolati, è un conto. Molto del nostro impegno sarà incentrato sul capire come la nostra comunità (NBA, ndr) si potrebbe infettare. Questo peserà sul nostro giudizio complessivo e sull’opportunità di continuare con la stagione. Ma certamente, se avessimo molti casi, ci fermeremmo. Non si può scappare da questo virus.
Sono abbastanza fiducioso, soprattutto perché stiamo giocando in un campus che è limitato nel senso che l’unico modo per avere accesso a quel campus è di essere parte del nostro protocollo dove ci sono test regolari. E se qualcuno dovesse lasciare il nostro campus, avrebbe bisogno di test e quarantena per tornare a giocare. Quindi, almeno in termini di modello, siamo protetti dal tasso di casi del resto del Paese.”
Attualmente, l’unico sport professionistico ripartito è stata la MMA, che ha fatto da apripista ma che già da luglio si sposterà per un torneo ad Abu Dhabi. Ma la Lega UFC ha avuto in totale un solo caso di positività tra i propri atleti. La NBA invece sarebbe il primo tra gli sport di squadra, e quindi con un numero più alto di tesserati, a ripartire e questo naturalmente aumenta il rischio coronavirus, come già dimostrato in questi giorni coi nuovi casi tra i cestisti.
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