Era da un po’ che se ne discuteva, si era pure parlato di un isolamento degli allenatori, in modo che questi potessero allenare la squadra e condurre le partite in completa sicurezza. Ma questi non ci sono stati e hanno prontamente risposto.
Rick Carlisle, presidente dei Dallas Mavericks e presidente della National Basketball Coaches Association, afferma che l’NBA non utilizzerà l’età come unico fattore determinante per stabilire se un allenatore può entrare nella bolla di Orlando quando la stagione riprenderà a fine luglio.
Ciò quanto detto da Carlisle durante un’intervista ai microfoni di ESPN:
“Tutti passano attraverso un processo di screening, ma il campionato ci ha assicurato che nessuno sarà contrassegnato in rosso dall’andare a Orlando in base alla sola età. Questa è sicuramente una cosa molto positiva, ma come ho detto, tutti i componenti delle 22 squadre (staff, giocatori, ecc…) dovranno comunque superare uno screening. Ci ha fatto piacere sentire che l’età da sola non avrebbe impedito l’ingresso a Orlando”.
Il CDC afferma che il rischio di contagio da COVID-19 aumenta con l’età e che gli adulti di età pari o superiore a 65 anni hanno rappresentato finora l’80% delle morti riportate negli Stati Uniti.
Tutti e tre gli allenatori attivi della NBA in quella fascia di età saranno presenti ai giochi di Orlando per allenare e rappresentare le loro squadre: Gregg Popovich (71) per i San Antonio Spurs, Mike D’Antoni (69) a guidare gli Houston Rockets e Alvin Gentry (65) per i New Orleans Pelicans. Inoltre l’allenatore dei Portland Trail Blazer, Terry Stotts, ha 62 anni, mentre Carlisle stesso ne ha 60.
Nei prossimi giorni, dunque, saranno spiegati i parametri che permetteranno l’ingresso nel campus. Sicuramente ai più vecchi di età sarà data un’attenzione maggiore.
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