Mark Cuban, attuale proprietario dei Dallas Mavericks, è certamente uno degli uomini d’affari più blasonati e riconoscibili all’interno del panorama sportivo americano. Dopo aver acquisito la franchigia texana agli albori del nuovo millennio, Cuban ha portato i Mavs ad una dignitosissima condizione di notorietà, che toccò il suo apice nel 2011, anno in cui arrivò la vittoria del titolo NBA a discapito dei Miami Heat.
Stando alle parole del nativo di Pittsburgh, i risultati dell’ultimo ventennio sarebbero stati ben più stupefacenti, qualora fosse rimasto in squadra un certo Steve Nash:
“Penso spesso a quello che saremmo stati capaci di fare se avessi tenuto in squadra Steve Nash. E’ stato sicuramente il mio errore lavorativo più grave, nonché il rimpianto sportivo che mi attanaglia maggiormente ancora oggi. Steve e Nowitzki avrebbero formato la coppia più devastante della lega, unendo le rispettive doti di visione di gioco e capacità realizzativa. Lo lasciai partire con poca oculatezza.”
Steve Nash divenne free agent nell’estate del 2004, dopo sei stagioni trascorse con la divisa dei Mavs e due apparizioni all’All Star Game. Mark Cuban propendette per non estendere il contratto del canadese, per via delle alte cifre richieste dal giocatore stesso, ormai indiscutibilmente assunto tra i migliori giocatori della lega. Nash fece quindi ritorno alla squadra che lo aveva scelto nel 1996, i Phoenix Suns, guidando la franchigia a due finali di Conference consecutive proprio nelle prime due stagioni in Arizona e vincendo anche il premio di MVP al termine di entrambe.
Rimane tuttavia intrigante addentrarsi nel campo dell’irrealtà ed immaginare per un istante cosa avrebbero potuto conquistare insieme due dei giocatori internazionali più forti della storia del gioco all’apice delle rispettive carriere.
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