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NBA, Anthony Davis non indosserà una maglia con messaggi di giustizia sociale

Quasi tutti i giocatori sono arrivati nella bolla di Orlando, gli allenamenti sono già cominciati e presto, salvo imprevisti, la stagione riprenderà. I giocatori avranno modo di inserire sul retro della canotta, al posto del cognome, un messaggio di giustizia sociale per sottolineare il cambiamento che sta avvenendo negli Stati uniti.

Non tutti, però, sono d’accordo a togliere il proprio cognome dalla divisa. La scorsa settimana, la direttrice esecutiva della NBPA, Michele Roberts, ha dichiarato che al fino ad allora 17 giocatori hanno deciso di non mettere un messaggio di giustizia sociale sul retro delle proprie maglie. In molti, infatti, hanno preferito lasciarla intatta, l’ultimo dei quali è stato Anthony Davis. La star dei Los Angeles Lakers non metterà alcun messaggio sui diritti sociali per sostituire il suo cognome.

Il motivo lo ha spiegato domenica in una videoconferenza con alcuni giornalisti ESPN:

“Penso che il nome Davis sia qualcosa di importante, che permette di rappresentare la mia famiglia ogni volta che scendo in campo.”

Anche il compagno di squadra LeBron James non ha utilizzato nessuno dei 29 messaggi approvati dall’NBA e dalla NBPA, affermando che le scelte disponibili “non rispecchiano pienamente la mia missione”.

Successivamente AD ha continuato:

“Non sapevo cosa decidere: dovrei indossare un messaggio di giustizia sociale o avere il mio cognome? Penso solo che il mio cognome sia qualcosa di molto importante per me. Anche la giustizia sociale ovviamente. Poter avere il proprio cognome sulla maglia significa rappresentare me, la mia famiglia e tutti coloro che mi hanno seguito durante la mia carriera e che mi hanno aiutato a raggiungere questo punto. Nonostante ciò, bisogna continuare a fare tutto ciò che serve per sollevare il tema dell’ingiustizia sociale e ottenere finalmente il cambiamento.”

Parole semplici di AD che giustifica chiaramente la sua decisione. Se non sarà con un messaggio sul retro della divisa, certamente i giocatori che terranno il proprio cognome sapranno cosa fare  per rimarcare i temi che stanno caratterizzando la ripresa stagionale.

Infine le maglie utilizzate nella partita di apertura di ogni squadra verranno messe all’asta, i proventi saranno destinati a un fondo di giustizia sociale.

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  • Sembra che almeno i lakers abbiano capito che questi messaggi sulle maglie sono solo una ipocrita cazzata in stile americano. c'è speranza. Chi vuole fare davvero qualcosa per la comunità (nera, rossa, bianca, gialla etc.) può spendere i suoi milioni nel sociale come fa LBJ e tanti altri. E' sufficiente.

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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