A fine 2019 l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama lo aveva incluso nella sua personale lista di “libri consigliati” per il nuovo anno. Un endorsement importante quanto meritato. Perché “Il Sesto Uomo” non è la classica autobiografia scritta a quattro mani da un atleta e dal giornalista/scrittore di turno. Questa è la storia di un ragazzo, divenuto uomo e del suo viaggio. Dalla parte black di Springfield (Illinois) al tetto del mondo.
Un viaggio lungo una vita, un viaggio di sola andata da un piccolo paesino del Midwest alla imperitura gloria cestistica, passando per alcune fondamentali tappe. Un viaggio fatto di paura di rimanere ancorato al suo paese natale, soffocato dalla monotonia tipica della periferia del mondo. Paura che diventa voglia.
Voglia di primeggiare, di emergere dalla mediocrità grazie ad un’incredibile fiducia nei propri mezzi ed alla voglia di conoscere ed esplorare, persone e luoghi nuovi. Un viaggio che ci racconta un Iguodala inedito. Un ragazzo fattosi uomo prima di molti coetanei. Un giocatore che ha sempre visto e vissuto il basket come connubio (im)perfetto tra passione e professione, sport e business.
Un viaggio che ci porta a scoprire il perché nella squadra di Curry e Thompson, nei Golden State Warriors delle 73 vittorie in regular season e dei 3 titoli in 4 anni, sia lui il giocatore più importante per coach Steve Kerr.
“Il Sesto Uomo” è il racconto sincero, a tratti persino crudo, del viaggio, sempre con la palla da basket (e un giornale) in mano, di Andre Iguodala. Il ritratto a 360° di uno dei personaggi più affascinanti della lega. Il viaggio di un ragazzino afroamericano partito dai quartieri black Springfield (Illinois) ed arrivato al tetto del mondo, senza però dimenticare ne rinnegare le sue origini. L’autobiografia è stata scritta con la collaborazione di Carvell Wallace, giornalista del «New York Times Magazine», «GQ» e «ESPN Magazine». L’edizione italiana è stata tradotta da Mauro Bevacqua.