Jimmy Butler ha confermato che non farà scrivere alcun messaggio di giustizia sociale, approvato dalla lega, una volta che la stagione riprenderà. Niente messaggio ma anche niente cognome. È questa la proposta che il campione olimpico a Rio 2016 ha fatto alla NBA.
“Ho deciso di non mettere alcuno slogan dietro la mia maglia. Rispetto e amo tutti i messaggi che la lega ha scelto ma per me non scrivere niente, nemmeno il mio cognome, significa tornare ad essere chi ero una volta. Non sono diverso da chiunque altro di colore e voglio che questo sia il mio messaggio. Tutti devo avere voce in capitolo, tutti gli stessi diritti: non solo io perchè sono un giocatore NBA”
La proposta è al vaglio di NBA e NBPA e nei prossimi giorni è atteso un verdetto. Cognome o no però, Jimmy Butler vuole continuare a guidare i suoi Miami Heat come ha fatto nella prima parte della stagione dove, grazie ai 20.2 punti, 6.6 rimbalzi. 6.1 assist e una leadership stratosferica aveva condotto la franchigia della Florida fino al quarto posto della Eastern Conference con un record di 41 vinte e 24 perse. Numeri importanti quelli di Butler ma anche per gli Heat che non vedevano una percentuale così alta di vittorie (63.1%) dalla stagione 2013/2014.
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questa pantomima dove ogni giocatore cerca di differenziarsi di più dagli altri. Volevano sbizzarrirsi scrivendo la qualunque, la lega gli ha messo la museruola con una serie finita di scritte ma così sarebbero state tutte uguali, ecco che quindi s'inventano ste robe qui. Sicuramente molti di loro ci credono, ma l'effetto è solo quello di voler fare la prima donna.