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NBA, arrivano diverse segnalazioni anonime nella bolla

L’NBA, per mantenere la bolla un ambiente sicuro e senza pericoli di contagio di Coronavirus, ha messo in atto una serie di regole e restrizioni (pubblicate in un manuale di 113 pagine) che i giocatori sono obbligati a seguire. Ad esempio, come possiamo vedere dai video messi sui social dai giocatori, lo staff di Orlando lascia la cena fuori dalla porta, senza che avvenga un contatto con i giocatori. I giocatori e lo staff devono sempre indossare una mascherina quando si trovano in giro. Inoltre l’NBA ha anche creato una linea telefonica per quelli che si trovano nella bolla di Orlando. Possono così fare delle segnalazioni in forma anonima di chi non segue le regole della bolla. E, secondo Shams Charania di The Athletic e Stadium, questa linea è già stata utilizzata:

Lunedì Chris Haynes, giornalista di Yahoo Sports, aveva detto che fino ad allora nessuno aveva utilizzato la linea telefonica messa a disposizione dalla NBA. Il giorno successivo Spencer Dinwiddie, guardia dei Brooklyn Nets che attualmente non si trova nella bolla di Orlando, durante un’intervista a Bleacher Report ha consigliato ai suoi colleghi di non utilizzare la linea telefonica, chiamandola “snitch hotline”. Dinwiddie si riferiva probabilmente a ciò che era successo a Richaun Holmes, centro dei Sacramento Kings, che è in quarantena per 10 giorni perché uscito da Disney World per prendere del cibo da asporto.

Nella bolla i giocatori sono separati da amici e familiari. Proprio per questo l’NBA dovrà faticare per mantenerli tutti all’interno della bolla avendo, magari, anche degli ospiti. Da un lato sarà difficile incolpare chi non seguirà le regole perché magari si sente solo o isolato dal mondo. D’altra parte, non seguire le stesse regole metterà a rischio la sua salute, quella dei compagni e di tutto lo staff.

Proprio per questo la linea telefonica anonima non è sicuramente il modo migliore né il più elegante per fare delle segnalazioni (anche perché molti giocatori sono contrari) ma sicuramente sarà un modo in più per proteggere la salute di tutte le persone all’interno della bolla.

 

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  • Quante lamentele per niente, voglio dire, percepiscono milioni di dollari, vivono per un mese all'interno di un resort extra lusso con tutti i confort del caso. Se un giocatore reputa non tollerabile il distaccamento dai familiari, ha paura di ammalarsi o ha motivi tutti suoi, ha tutte le ragioni del mondo per NON andare ed è giusto che questa scelta venga accettata e tutelata, però andare e comportarsi come niente fosse minando la sicurezza di tutti è davvero grave, la NBA dovrebbe prendere provvedimenti seri verso queste persone, che sia un giocatore un manager o un allenatore. A dire il vero io mi stupisco di come le persone possano uscire dalla bolla come se niente fosse.

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Pubblicato da
Carlo Giustozzi

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