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NBA, anche Lou Williams lascia la bolla di Orlando

Poche ore fa Lou Williams ha ricevuto il permesso da parte di coach Doc Rivers di lasciare la bolla di Orlando per motivi personali. Il 33enne, secondo quanto riferisce Andrew Greif del Los Angeles Times, ha però l’intenzione di ritornare il prima possibile in Florida per ricongiungersi con i suoi compagni di squadra entro l’inizio della ripartenza NBA.

I Clippers perdono temporaneamente Williams dopo aver contato anche le partenze di Montrezl Harrell e Patrick Beverley, out per questioni personali. Queste le parole di coach Doc Rivers sul momento delicato della sua squadra:

“Penso che tutti sapessimo di poter iniziare il campionato. Il punto però è: riusciremo a finirlo? Credo che sarà la cosa più importante. Penso che la lega ha capito una cosa che le franchigie avevano già intuito da tempo, ossia che c’è qualcosa di più importante del basket in questo momento. I ragazzi hanno le proprie vite là fuori, le proprie famiglie. Ci sono problemi che si presentano nella vita di questi ragazzi. Diamo spesso dei giorni liberi ai nostri giocatori, ma in condizioni normali nessuno se ne accorge davvero. Ora, qui nella bolla, quando esci lo sanno tutti. Quindi penso che, in senso buono, i tifosi vedono che i giocatori NBA sono in realtà umani con i loro problemi famigliari, come li abbiamo tutti.”

Ogni giocatore che lascia la bolla deve subire un periodo di quarantena di minimo quattro giorni al suo ritorno, sempre presumendo che il giocatore sia stato negativo al COVID-19 in ciascuno dei sette giorni prima del suo ritorno. Le persone che non vengono sottoposte a test COVID-19 giornalieri mentre si trovano fuori dalla bolla, devono invece essere messe in quarantena forzata per 10 giorni prima di poter accedere al Disney World Resort.

 

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  • boh, tutti con millemila problemi famigliari di cui possono occuparsi solo loro. Non si può sentire la frase: "C'è qualcosa di più importante del basket", non perché non sia vero (E' un sport, per carità), ma perché non è vero PER LORO. Per loro è un lavoro, è una professione, è la fonte del 99% del reddito loro e delle loro famiglie piene di problemi. Non venite a dire: "C'è qualcosa di più importante del basket" come a dire ai tifosi di non rompere, perché la frase dovrebbe essere: "C'è qualcosa di più importante dei lavoro, della professionalità e dei soldi", cosa un po' diversa. Le franchigie e i giocatori, con la storia del BLM, stanno nascondendosi dietro a una retorica veramente squallida.

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Pubblicato da
Simone Ipprio

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