I San Antonio Spurs durante la ripartenza NBA cercheranno di estendere la più lunga serie di partecipazione ai playoff ancora attiva tra i principali sport nordamericani: 22 stagioni. È chiaro, però, che senza LaMarcus Aldridge, stella della squadra, l’impresa diventa ancor più impensabile. Gli Spurs, 12esimi ad Ovest e lontani 4 partite da Memphis, devono sperare in un miracolo anche perché davanti a loro ci sono altre 3 squadre che vogliono mettere pressione ai Grizzlies. Mai dire mai, però, quando si tratta di dover sfidare coach Gregg Popovich, uno abituato a vincere. L’obiettivo rimane quello di rimanere a meno di 4 partite di distanza dall’ottavo posto per partecipare al torneo play-in, una sorta di spareggio per l’accesso playoff.
Con Aldridge fuori, l’attenzione si sposta su DeMar DeRozan e, inevitabilmente, sulle giovani guardie come Dejounte Murray e Derrick White, i quali dovranno elevare il loro gioco per regalare a San Antonio una nuova chance di afferrare la postseason. La mancata qualificazione ai playoff, però, non deve essere letta come un obbligo per una franchigia che si sta preparando ad una ricostruzione massiccia. Il primo a sostenere questo pensiero è lo stesso Popovich:
“Ogni squadra ha un obiettivo qui. Alcune squadre sono fiduciose di essere a un passo dal vincere un campionato NBA. Altre squadre vogliono solo essere nei playoff. Alcuni team si occupano principalmente di sviluppo dei propri giocatori. Se giochiamo abbastanza bene per entrare nei playoff, sarebbe fantastico. Ma il mio obiettivo è lo sviluppo dei miei ragazzi in questo momento.”
Parole chiare che, forse, fungono anche da parafulmine per i ragazzi di coach Pop.
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