Nel giugno del 1999 la Viola Reggio Calabria è nel bel mezzo dei festeggiamenti per il ritorno in A1 dopo l’ennesimo fallimento societario, dichiarato solamente un anno e mezzo prima. Quasi contemporaneamente al trionfo della squadra calabrese, negli USA si tiene l’NBA Draft 1999, durante il quale vengono selezionati futuri All-Star come Ron Artest, Baron Davis, Andrei Kirilenko ed Elton Brand. I San Antonio Spurs, freschi vincitori del loro primo titolo NBA, al secondo giro, con la penultima chiamata disponibile, decidono di selezionare proprio un allora sconosciuto giocatore militante tra le fila dei Viola: Manu Ginobili. Quello che, all’epoca, ai più poteva sembrare una semplice chiamata per allungare le rotazioni della franchigia texana, finì invece per diventare una delle più grandi steal of the Draft della storia NBA.
Nel triennio successivo infatti, il giocatore argentino avrebbe vinto l’Eurolega e l’annesso premio di MVP delle Finali, oltre al premio di MVP della Serie A1 e la Coppa Italia con la canotta della Virtus Bologna, facendosi così notare sia in Europa che negli USA. Trasferitosi oltreoceano, dopo qualche difficoltà iniziale si integrò perfettamente con gli Spurs, rivelandosi pedina fondamentale per vincere ben 4 titoli NBA; come se non bastasse, nel 2004 guidò la sua nazionale alla conquista dell’oro olimpico. Insomma, fin dall’inizio per Greg Popovich era evidente che Manu Ginobili avesse qualcosa di speciale. Sebbene non dotato di grande fisicità infatti, la sua visione di gioco e il suo QI cestistico fuori dal comune hanno fatto sì che la sua presenza sul parquet diventasse indispensabile anche dopo aver compiuto 40 anni, età alla quale la maggior parte dei giocatori si è già ritirata da diverso tempo.
Così, dopo anni di vittorie e soddisfazioni, abbiamo voluto rendere omaggio alla sua carriera raccogliendo i 20 momenti più belli e le sue migliori giocate, dividendoli per categorie (passaggi, QI cestistico, stoppate, tiri della vittoria, schiacciate e singole prestazioni): un tuffo nel passato per non dimenticare che cosa è Manu Ginobili.
La copertina di questo pezzo è una polaroid del fotografo NBA Matteo Marchi, bravo e bello.
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non dotato di grande fisicità mi sembra alquanto riduttivo per uno dei più grandi schiacciatori bianchi mai visti in azione