Scottie Pippen non prova più astio nei confronti di Michael Jordan, nonostante i commenti, poco encomiastici per la verità, partoriti dallo stesso MJ all’interno di “The Last Dance” ed indirizzati all’ex compagno di squadra.
Nel corso del secondo episodio della nota serie televisiva, Jordan ha infatti definito Scottie Pippen “egoista”, per via della sua decisione, risalente all’estate del 1997, di ritardare l’operazione al piede. Così facendo, certamente per protestare contro le infime cifre del suo contratto, il numero 33 condannò i suoi Bulls ad un inizio di stagione visibilmente sottotono, sia in termini tecnici sia in termini emotivi.
Il diretto interessato, difeso a spada tratta da Steve Kerr, era rimasto parecchio deluso dai suddetti commenti all’altezza del mese di maggio, tanto da definirsi “boicottato” ai microfoni di ESPN.
Tuttavia, il nativo dell’Arkansas ha recentemente rilasciato parole ben più disinvolte, riportate oculatamente da Dan Gelston di The Associated Press:
“Non sono più mortificato dalle parole di Michael. Il documentario esalta certamente lui in primis, ma non cerca di demonizzare tutti gli altri componenti della squadra. Ripensandoci in modo distaccato, perché dovrei prendermela per una decisione presa vent’anni fa? Il medesimo discorso vale per il diverbio con Phil Jackson, relativo alla decisione di non affidarmi il tiro decisivo di quella famosa Gara 3 del 1994 contro i Knicks. Mi sono rifiutato di tornare in campo, creando un potenziale danno per tutta la squadra. Ho sbagliato, ma mi sono immediatamente scusato con tutti. E’ giusto mandare in onda anche certi episodi, affinché le nuove generazioni si rendano conto di cosa fosse il basket degli anni novanta.”
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