Con la vittoria di ieri notte contro gli Utah Jazz, i Los Angeles Lakers possono finalmente festeggiare il raggiungimento di un importante obiettivo: chiudere la regular season al primo posto della Western Conference.
Non accadeva dal 2010. Proprio per questo motivo la la dirigenza, lo staff e i giocatori possono ritenersi pienamente soddisfatti del lavoro compiuto durante la stagione.
Ma l’NBA non è ancora finita. Oltre alle ultime partite, necessarie per definire le squadre che rimarranno nella bolla di Orlando, si avvicina a grandi passi l’inizio dei Playoffs NBA 2020. Tra le squadre favorite spiccano i Milwaukee Bucks e i già citati Los Angeles Lakers.
A ricordare alla squadra gli obiettivi più prossimi ci ha pensato Anthony Davis, che con una prestazione da 42 punti ha deciso che la vittoria sarebbe stata proprio della franchigia gialloviola:
“È una bella sensazione. Ovviamente non abbiamo finito, c’è ancora molta strada da fare. Ma è un buon risultato per la nostra organizzazione”.
Successivamente Davis ha aggiunto che lui e Coach Frank Vogel si sono confrontati, ritrovandosi d’accordo sul fatto che il giocatore dovesse essere più aggressivo su entrambi i lati del campo. Con ogni probabilità, parlare con il capo allenatore ha permesso ad AD di mettere in mostra ancora una volta le sue eccezionali doti offensive e difensive, le quali si sono rivelate fondamentali durante la stagione per rendere i Lakers una temibile contender.
Tutti ricordano i pezzi che ha dovuto sacrificare la franchigia gialloviola per arrivare a The Brow. Giocatori giovani in pieno sviluppo cestistico e altrettante scelte future al Draft NBA. A distanza di tempo si potrebbe dire che quella dei Lakers è stata una mossa che ha richiesto un bel sacrificio, ma che si è dimostrata necessaria, soprattutto per affiancare un giocatore di esperienza a LeBron James, affamato come non mai di abbracciare il prestigioso Larry O’Brien Championship Trophy.
Dunque, come ha ben ricordato Davis, il lavoro è tutt’altro che finito. Ora c’è un titolo da vincere.
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