Tra le squadre escluse dalla ripartenza NBA dalla bolla di Orlando ci sono anche i Golden State Warriors. Per la squadra di coach Steve Kerr, l’annata trascorsa è stata particolarmente travagliata a causa dell’addio di KD e gli infortuni a Klay Thompson e Steph Curry. Risultato? Ultima posizione ad Ovest e saluto anticipato alla stagione. Ai microfoni di Bill Simmons, Kerr ha quindi parlato della ripresa della regular season in questo modo:
“Ovviamente, come squadra, è stato un anno davvero difficile. Ci siamo trovati di fronte ad un lavoro molto duro da affrontare. Quindi, quando la lega ha deciso di organizzare la ripresa del gioco ad Orlando, non credo che molti di noi fossero così delusi dal fatto di non essere stati invitati: specialmente Steph (Curry), Draymond (Green), Klay (Thompson). I ragazzi avevano bisogno di riposarsi. Avevano solo bisogno di staccare. Ma ora che la NBA è ripresa – ne ho parlato con Draymond – Draymond e io ci sentiamo entrambi allo stesso modo, ossia vogliamo essere lì. Le partite sembrano essere più divertenti del solito. La NBA sta facendo un ottimo lavoro. I match sono equilibrati. I giocatori stanno benissimo. Non esserci, in realtà, è un po’ doloroso.”
C’era una possibilità che gli Warriors facessero parte di una seconda bolla composta da otto squadre in quel di Chicago, ma secondo quanto riportato recentemente da Shams Charania, questa pista si sarebbe raffreddata. Il rischio, ora, per le 8 squadre escluse dai giochi, potrebbe essere quella di non poter giocare una partita ufficiale per 9 mesi, ossia fino all’inizio della prossima stagione programmata, per ora, a dicembre.
Dopo le cinque partecipazioni recenti alle NBA Finals, gli Warriors si possono anche permettere una stagione del tutto negativa. Ad onor del vero, la franchigia è ora attesa a mosse importanti, da effettuare tra il prossimo Draft ed il mercato NBA di metà ottobre. Le opportunità di ricostruire una dinastia ci sono, ora è tutto nelle sapienti menti dei componenti del front office di San Francisco.
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