Ala grande e cardine dei Golden State Warriors, analista televisivo su TNT nel tempo libero. Draymond Green non è certamente un perditempo e, neanche uno che si nasconde. Passionale, duro, schietto ma sincero. Lotta, litiga e se c’è da tirare una bomba a mano è il primo a farlo. Come le dichiarazioni recenti che hanno coinvolto Devin Booker, stellina dei Phoenix Suns e suo amico:
“Book sta giocando bene, e anche Phoenix, ma qualcuno porti il mio uomo lontano da lì. Non è buono per lui, e non è buono per la sua carriera. Deve andare in un posto dove possa giocare sempre del buon basket, e soprattutto vincere.”
I Suns hanno messo sotto contratto Booker fino al 2024 con un quinquennale da 158 milioni di dollari. Purtroppo, però, dal suo arrivo nel 2015, il classe ’96 non ha ancora disputato una gara dei Playoff ed è stato proprio quest’ultimo dettaglio a spingere Draymond Green oltre i confini della legalità. L’intervento in diretta televisiva non è passato inosservato e per la lega si è trattato di tampering, ovvero un tentativo di danneggiare un terzo soggetto – in questo caso i Phoenix Suns. Inoltre, i vertici della lega hanno deciso di spedire al numero 23 degli Warriors una multa da 50mila dollari, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori tentativi di questo genere.
La squadra capitanata da coach Monty Williams è al momento l’unica ancora imbattuta in questo campionato post-Covid e adesso punta fortemente ad agganciare l’ultimo posto della Western Conference, per scongiurare il tabù Playoff e per consegnare a Devin Booker ciò che merita. Magari, mettendo a tacere una volta per tutte Draymond Green.
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