Le evidenti difficoltà al tiro di Paul George stanno stanno tenendo banco in queste prime uscite dei Los Angeles Clippers. La compagine di Doc Rivers è attualmente avanti nella serie 2-1 contro Dallas, ma se vorranno regalarsi una speranza di poter competere per il titolo dovranno certamente chiedere di più alla sua stella che attualmente viaggia con un pessimo 38% dal campo.
Per specificare ancora meglio i suoi numeri, in Gara 2 la guardia ha chiuso con 4/17 al tiro, seguito da 3/16 nell’ultima partita. Stats che hanno attirato le attenzioni di Charles Barkley, sempre pronto ad attaccare quando ci sono le condizioni per farlo. L’attuale analista di TNT, guardando anche al passato di George, ha detto:
“Non ti fai chiamare ‘Playoff P’ e poi perdi tutte le volte. Nessuno, ad esempio, chiama il sottoscritto ‘Championship Chuck'”.
Chiaramente parole che non hanno fatto piacere all’asso dei Clippers che si è subito difeso dicendo di non dover giocare per forza come James Harden e di non esser un tiratore pure come lui:
“Non sono James Harden. So contribuire al successo della mia squadra anche in altri modi, non solo segnando. Posso avere delle serate storte al tiro, ma so di poter avere impatto sui due lati del campo anche in altri modi. Se il pallone non entra, non devo permettere che questo influisca sulle mie prestazioni. Sono Paul George, non mi interessa cosa dicono gli altri: so chi sono, so cosa so fare. Cerco di passare la palla, difendere, andare a rimbalzo, un po’ di tutto. Certo, sto faticando al tiro, ma la cosa bella è che ciò nonostante siamo sopra 2-1.”
Vedremo se Paul riuscirà a correggere i suoi numeri, quantomeno per tornare in fiducia e tranquillizzare anche i suoi compagni di squadra che per ora si limitano a sostenere pubblicamente la loro stella. A partire da Kawhi Leonard, uno che ha già dimostrato di poter fare la differenza durante la postseason:
“Paul è un giocatore che ha grande fiducia in sé: saprà superare questo momento”
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