Denver Nuggets

NBA, Jamal Murray e i 33 punti nel secondo tempo

Quando mancavano 21 minuti alla fine della partita tra Nuggets e Jazz, Denver era sotto di 15 punti, rischiando l’eliminazione. Ma, proprio in quel momento, Jamal Murray è uscito allo scoperto salvando la propria squadra. Nel secondo tempo, la giovane superstar ha segnato 14 tiri dei 18 tentati, mettendo a referto 33 punti e salvando la propria squadra dall’eliminazione con una vittoria per 117 a 107.

La serie, in cui Utah si trova in vantaggio per 3 a 2, è stata un duello tra Murray e Donovan Mitchell. Nella prima partita della serie i due sono diventati i primi avversari a segnare almeno 50 punti in una partita di Playoff. Coach Mike Malone ha parlato proprio di Jamal Murray:

“Il giovane sta crescendo e sta diventando una vera superstar nel palcoscenico più importante. E non potrei essere più fiero di lui”

Con i 32 punti nel secondo tempo, Murray raggiunge Iverson, Harden e Westbrook nella ristretta cerchia dei giocatori con almeno 30 punti segnati in un tempo in più partite della stessa postseason dal 1996. Malone ha poi detto del giocatore:

“Jamal vive in quei momenti. Non ne è spaventato. Alcuni scappano da quelle situazioni, ma lui le cerca. E non parlo solo dei suoi punti ma anche dell’attitudine e della confidenza con cui gioca. Influisce molto anche sui compagni”

Quando i Nuggets erano sotto 71-56 nel terzo quarto, Malone ha chiamato un timeout:

“Avevo visto che i miei giocatori avevano perso la fiducia. Quindi quel timeout non era per disegnare delle giocate particolari… dovevamo combattere e difendere per non uscire e volevo essere sicuro che tutti fossero concentrati su questo obiettivo. Non volevo uscire da Orlando così”

E, da quel timeout, è nata la ripartenza Nuggets guidata da un super Jamal Murray. A fine partita proprio Mitchell ha parlato dell’avversario ai microfoni:

“Ha avuto una mano caldissima. Ha preso vantaggio da molte situazioni. Lui è uno che segna i tiri che prende, non importa chi difende su di lui. Hanno avuto un livello di gioco che non siamo riusciti a raggiungere, ed è anche colpa nostra”

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Pubblicato da
Carlo Giustozzi

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