Impegnato nella sua campagna elettorale, Donald Trump nelle ultime ore ha affrontato a suo modo il delicato argomento del boicottaggio dei Milwaukee Bucks nella serata di ieri. Il presidente degli Stati Uniti d’America ha affermato di non sapere molto di ciò che è successo in NBA, criticando peraltro gli ascolti televisivi della lega:
“La NBA è diventata un’organizzazione politica e non penso che sia positivo per il paese. Le persone sono stufe della NBA. Le proteste violente? Fermeremo la violenza molto rapidamente.”
Ad aggiungere carne al fuoco ci ha pensato anche Jared Kushner, Senior Adviser della Casa Bianca, il quale ha etichettato la posizione dei giocatori in questo modo:
“I giocatori NBA possono pagarsi il lusso di prendersi una serata di congedo, un lusso che la maggior parte degli americani non può permettersi. Penso che la protesta pacifica abbia importanza, ma credo che quello che dobbiamo fare in questo momento è assicurarci di passare dai soliti slogan a soluzioni costruttive”.
La candidata democratica alla vicepresidenza, Kamala Harris, nelle ultime ore invece si è limitata a dire:
“Sostengo tutte quelle persone che sono in strada a protestare. Il caso Blake è una ferita all’anima di questo Paese. Ora è il momento di agire sull’ingiustizia razziale”.
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Assurdo come un presidente di una nazione possa dire quello che vuole senza freni (anche se ormai ci siamo abituati), tutti confondono Politica (quella che si è improvvisato a fare quel pagliaccio biondo) con giustizia sociale, cosa ha a che fare la politica con la violenza della polizia e il razzismo? Arriverà la sua ora, politica ovviamente.