Si esprime in maniera chiara, Chris Paul. Le parole sono dosate e semplici, ma impregnate di una certa importanza. Non potrebbe essere altrimenti per il presidente della NBPA, il leader dei giocatori NBA che nelle scorse ore hanno fatto sentire la loro voce in seguito al boicottaggio di diverse partite di Playoff in programma. Il caso Jacob Blake ha portato al limite quelli che sono i sentimenti degli attori protagonisti di questa lega e Chris Paul ne è, di conseguenza, il portavoce ufficiale anche dopo la loro scelta di portare a termine la stagione. Queste le parole di CP3 rilasciate durante la serata di ieri di fronte ai giornalisti:
“Nei 15 anni che ho trascorso in NBA non avevo mai vissuto una situazione simile. Non ero la persona più anziana a prendere parte alle riunioni, c’era chi come Udonis Haslem è più grande ed esperto di me. Ma le voci che ho ascoltato non le dimenticherò mai. Sarà qualcosa che ricorderò per sempre. Abbiamo avuto l’occasione di leggere, ascoltare e vedere le immagini del “Cleveland Summit”: abbiamo visto cosa hanno fatto quelli che sono venuti prima di noi e quanta forza avessero i vari Muhammad Ali, Jim Brown e Kareem Abdul-Jabbar. Non sto dicendo che siamo come loro, ma quello che stiamo facendo in NBA è lo stesso molto importante. Abbiamo dato un’opportunità ai più giovani di vedere come si possa essere uniti e compatti, parlando e chiedendo che ci siano dei veri cambiamenti, delle azioni concrete. Tutto questo perché siamo stanchi. Quando dico “stanchi”, non ne faccio certo una questione di condizione fisica, ma siamo stanchi di vedere le stesse cose succedere ancora una volta, e poi di nuovo ancora, chiaro? Ho avuto la fortuna e l’onore di parlare con il padre di Jacob Blake ed è stato davvero molto toccante. È sempre emozionante, soprattutto quando sei un uomo di colore e conosci bene cosa voglia dire, così come quando parla George Hill e spiega il senso dell’essere afroamericani: è un uomo ferito. Lo siamo tutti, oltre che essere stanchi di vedere le stesse scene. Le persone da noi sia aspettano che sia tutto ok soltanto perché portiamo a casa un bel po’ di soldi. Ma noi siamo degli essere umani, abbiamo dei sentimenti e io sono onorato di aver avuto l’opportunità di parlare con ognuno di loro e di confrontarmi in quella stanza, senza fare semplicemente quello che si avvicina agli avversari e dice frasi di circostanza tipo: ‘Buona fortuna per la partita di oggi’.”
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