Dopo la vittoria nella notte contro gli Orlando Magic che ha significato il passaggio al secondo turno di questi Playoff, Giannis Antetokounmpo ha spiegato come la squadra ha preso la decisione di non giocare la partita di mercoledì scorso dando vita all’ormai famoso “boicottaggio dei giocatori NBA”. Tutto è iniziato con George Hill che si lamentava di essere all’interno della bolla all’indomani della sparatoria della polizia a Jacob Blake che ha provocato nuove proteste in tutto il paese.
Subito dopo anche Sterling Brown – egli stesso vittima in passato della brutalità della polizia – ha seguito la volontà di Hill. Quindi, tutta la squadra ha deciso di andare dietro alla loro scelta di non giocare:
“Ho visto George e Sterling. George ha deciso di non giocare e non ha fatto pressione su nessuno dei suoi compagni di squadra. Non con me. Non con l’allenatore. Sterling ha deciso di fare la stessa cosa. È venuto negli spogliatoi per parlare con noi e anch’io, da leader, ho dovuto prendere una decisione, ossia quella di non giocare. Non volevo più giocare.”
Quindi, Antetokounmpo ha detto di essere andato da coach Mike Budenholzer per comunicare la decisione della squadra, ossia quella di non giocare:
“Ho detto all’allenatore che non avrei giocato la partita. Non posso lasciare soli i miei compagni di squadra. Si sentivano frustrati per tutto quello che stava succedendo: non era giusto scendere sul parquet e giocare. Li ho supportati al 100%. Vinciamo o perdiamo, li appoggerò sempre. Uscire o non uscire, stare negli spogliatoi, li appoggio in ogni caso. Quindi, abbiamo deciso come squadra di non uscire dagli spogliatoi, ed è così che è successo.”
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