Quest’ultima stagione si è rivelata a dir poco particolare per Goran Dragic. Il playmaker sloveno, dopo essere partito titolare in 268 partite su 282 per i Miami Heat, a partire da ottobre ha perso posizioni nelle gerarchie di coach Eric Spoelstra, vedendo il suo ruolo drasticamente ridimensionato.
Nonostante tutto, la decisione di valorizzare giovani intraprendenti del calibro di Nunn ed Herro, anche al fine di contingentare il minutaggio dello stesso Dragic, ha portato i suoi frutti. Gli Heat infatti, in vantaggio nella serie contro i Boston Celtics, possono ambire alla Finale NBA e questo non dispiace di certo al Miglior Giocatore dell’Europeo 2017:
“Non mi sono mai lamentato del mio ruolo in squadra. Sono un professionista esperto e voglio il bene della mia franchigia. Noi, a Miami, non lavoriamo di certo per interessi individuali o per alimentare focolai di invidia personale. Noi lavoriamo per vivere, giocare e vincere da squadra. Spoelstra mi ha comunicato il ruolo che avrei ricoperto in squadra prima che iniziasse la stagione ed io ho accettato con piena sincerità di intenti. Quando entri dalla panchina, giochi un’altra partita, non per forza minoritaria rispetto a quella che impegna il primo quintetto. Ho meno pressioni e riesco a divertirmi di più partendo dalla panchina, gioco una pallacanestro più disinvolta e più efficacie.”
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