Se c’è una cosa di cui Dwight Howard era assolutamente certo, era che non avrebbe mai più giocato per i Los Angeles Lakers dopo la disastrosa stagione del 2012-2013.
L’ormai 34enne arrivò a L.A. nel pieno della sua carriera, con la franchigia che aveva nel roster giocatori quali Kobe Bryant e Steve Nash. I Lakers puntavano a vincere il campionato, ma la stagione si è conclusa troppo presto con un’uscita al primo turno. Dopo una regular seaon molto altalenante, caratterizzata anche da alcuni drammi personali, Howard ha fatto le valigie e firmato un contratto con gli Houston Rockets, promettendosi che non avrebbe mai più messo piede a Los Angeles. Questa è quanto ha raccontato a Shams Charania di The Athetic:
“Quando ho lasciato LA per la prima volta mi sono detto che non sarei più tornato in quella squadra. Ero così arrabbiato per come sono andate le cose e per come sono stato percepito, che ho pensato, ‘Ho finito con LA. Non posso. Non voglio giocare per i Lakers e non ne voglio più sentire parlare. Poi ho dovuto capire veramente il potere del perdono e questo è qualcosa con cui ogni essere umano lotta continuamente. Che tu abbia torto o che qualcun altro abbia torto, l’importante è perdonare”.
Ala fine, Howard è tornato nella città degli angeli, e tra pochi giorni giocherà le NBA Finals proprio con la squadra che un tempo detestava. Nella serie vinta 4-1 contro i Denver Nuggets, Coach Frank Vogel ha voluto dare fiducia al centro aumentando i suoi minuti sul parquet. Fiducia che è stata presto ripagata grazie alle importanti prestazioni sia offensive che difensive di Howard, riconosciute da LeBron James e compagni.
Era dal 2009 che Dwight non prendeva parte a una finale NBA, ora può finalmente riscattarsi e contribuire nel miglior modo possibile per poter abbracciare il prestigioso Larrry O’Brien Trophy.
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