Tra qualche ora Duncan Robinson giocherà gara-1 della serie che pone fine alla stagione NBA 2019/2020, forse la più travagliata di sempre. La prima partita delle prime Finals della carriera, un’emozione assolutamente indimenticabile. La sorprendente corsa al titolo dei Miami Heat passa anche da lui, che nelle 15 gare Playoff giocate ha messo a referto una media di 11.3 punti, 2.8 rimbalzi e 1.5 assist con un tasso di realizzazione dal campo pari al 43.5% e al 40.0% dalla linea dei tre punti. Non male per un ragazzo la cui carriera è paragonabile ai lineamenti di un roller coaster.
Stop di un anno al Williams College, team di NCAA Division III, tre stagioni ai Wolverines del Michigan fino alla delusione del Draft 2018: non selezionato. Vuoto immediatamente colmato, poiché ad accoglierlo sono proprio gli Heat, che gli permettono di giocare la Summer League. E dopo appena 5 partite, Duncan Robinson si trova di fronte a un two-way contract. Canestro dopo canestro si afferma come uno dei migliori tiratori della lega e della squadra, con la quale raggiunge appunto il traguardo delle Finals sbaragliando la concorrenza. E in mezzo al mare magnum degli eventi, emerge un altro curioso aneddoto.
Lo rispolvera un giornalista di FOX Sports, tale Mark Titus, che su Twitter ha postato una conversazione di tre anni fa proprio con l’astro nascente Duncan Robinson.
Tema del dialogo una richiesta di collaborazione con il giornalista, richiesta dal numero 55 degli Heat in quanto attività obbligatoria prevista nella sua carriera universitaria. Il giornalista si stupisce di aver interagito con una futura stella NBA, allora sconosciuta ai più. Appassionato di sport e ammaliato dall’industria media, chissà se Robinson abbia mai pensato di immergersi a tempo pieno nel mondo del giornalismo. Ma, forse, meglio che abbia seguito i suoi sogni di gloria: l’NBA.
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