Con il salary cap NBA fissato su base annuale, a seconda degli introiti della stagione precedente, l’annata 2020-2021 rischia di partire tra tante difficoltà.
Il 2019-2020 della NBA è stato infatti uno degli anni più difficili della storia. La pandemia da Coronavirus ha costretto la lega a creare un’apposita bolla ad Orlando per concludere la stagione, dopo che quest’ultima ha seriamente rischiato di essere annullata. Ma già nei mesi precedenti Adam Silver si è trovato a dover affrontare le devastanti conseguenze del tweet pro Honk-Kong di Daryl Morey, che ha sbriciolato i rapporti con la Cina.
Queste due gravi situazioni potrebbero mettere la lega davanti ad una eventualità senza precedenti: una riduzione del salary cap:
“Se scegliessimo la formula del contratto collettivo, avremmo una grossa riduzione nel cap che creerebbe non solo una distruzione dei piani a lungo termine di diverse franchigie, ma porterebbe un terzo della lega a diventare e restare free agent. Ci sarebbe grande disparità, perché non resterebbe spazio salariale per firmare quei giocatori”
Silver ha consegnato all’associazione giocatori il compito di risolvere questa pendenza:
“Credo che l’associazione giocatori debba lavorare ai contrasti al suo interno e trovare un’equa distribuzione, in base alla cifra fissata dal nuovo salary cap”
Una bella gatta da pelare per il commissioner.
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