Road To Draft

Road to NBA Draft 2020: Killian Hayes

Squadra: ratiopharm Ulm

Ruolo: Combo Guard

2019-20 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
11.6 2.8 2.5 0.4 5.4 1.5 0.3 48.2 29.4 87.6

2019-20 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
38.7 7.2 1.9 12.2 24.7 24.3 3.2 53.5 59.1

 

Nato a Lakeland, Florida, Killian Hayes può essere considerato un prospetto international a tutti gli effetti per formazione cestistica. Tralasciando alcune parentesi da giramondo in Portogallo, Svezia Ucraina e Russia, il padre Deron – ex Penn State finito undrafted nel 1993 – ha giocato infatti per gran parte della carriera in Francia. È proprio oltralpe che Hayes muove i primi passi, tra i cadetti del Cholet Basket. La stagione 2016-17 lo mette “sulla mappa”: la squadra si aggiudica la Coppa di Francia U17 e il campionato nazionale U18, dove Hayes viene premiato come MVP dell’atto conclusivo. Nell’aprile dello stesso anno, Killian prende parte al Jordan Brand Classic di Brooklyn, vetrina di riferimento per giovani emergenti, portando a casa, anche in quest’occasione, il premio di co-MVP, grazie a una prestazione da 13 punti (6 su 12 al tiro), 7 assist, 5 rimbazi e altrettante palle recuperate. Da segnalare, in tale contesto, anche la presenza di Théo Maledon, già osservato da vicino nella nostra marcia di avvicinamento al Draft NBA 2020. A coronamento di un’annata ricca di soddisfazioni arriva la prima affermazione anche in campo internazionale, con la vittoria a Eurobasket nella rassegna continentale U16 giocata a Podgorica, proprio ai danni della Croazia padrona di casa. Come se non bastasse, Hayes arricchisce la bacheca personale con un nuovo premio MVP, a suggellarne il contributo individuale lungo tutto l’arco del torneo (16.6 punti, 7 rimbalzi e 5.1 assist di media).

Nella stagione 2017-18 il roster Cholet migliora ulteriormente i risultati: bissato il titolo nazionale U18, la squadra  si impone nel campionato francese Espoir, che raggruppa le migliori rappresentative affiliate ai centri di formazione francesi,  e “vendica” la sconfitta subita in finale nell’edizione precedente del Trophée du Futur. In entrambi i casi, per Hayes arriva  il premio di MVP. Importante tassello nella costruzione del suo profilo internazionale è senza dubbio l’inserimento nel miglior quintetto del Mondiale U17, di quell’anno, dove la Francia cede soltanto in finale di fronte agli Stati Uniti d’America, confermatisi campioni per la quinta volta consecutiva.

Meno positiva, invece, la stagione 2018-19, l’ultima in Francia prima del passaggio all’Ulm, segnata soprattutto dalla sospensione che l’ha costretto a saltare le prime sei partite di campionato per disposizione della federazione dopo aver rifiutato la convocazione agli Europei U20. Highlight la seconda partecipazione di fila al Basketball Without Global Camp.

Il 2019-20 ci ha consegnato un Hayes pronto gradualmente a confrontarsi con nuovi palcoscenici, a partire dall’ Eurocup: la squadra non ha brillato a livello di record complessivo (1-9), ma Hayes ha comunque potuto offrire un saggio delle sue qualità. La temporanea concomitanza con il Draft 2020, in origine fissato per il 25 giugno, l’ha spinto a non prendere parte al torneo a 10 squadre, 36 partite totali, organizzato post lockdown  a Monaco per assegnare il titolo della Bundesliga.

Durante la pausa forzata ha fatto ritorno negli Stati Uniti e si è dedicato ad alcuni hobby guardando serie anime e tutorial sul taglio dei capelli, come raccontato a Shams Charania. Dalla chiacchierata, battute a parte, emerge una grande consapevolezza del proprio potenziale.

 

Punti forti

Abbinato a centimetri e stazza ideali per il ruolo – 195 cm di altezza, 203 di apertura alare – il suo stile di gioco ad alto ritmo è davvero intrigante. Due azioni sostanzialmente identiche, per modalità di esecuzione e risultato, consentono di sottolineare, oltre alla visione a tutto campo, una predilezione per il passaggio mancino a una mano. Ribaltamento di lato efficace:

Rischiare la giocata nel traffico, sempre facendo affidamento sulla mano sinistra, è una tendenza consolidata:

Il primo passo incisivo  crea situazioni di vantaggio da concretizzare, anche con lo split tra le maglie della difesa avversaria, per chiudere al ferro o con un assist:

La sapiente gestione e lettura dei blocchi portati dai compagni lo mette in condizione di creare il più delle volte separazione dal diretto marcatore, sfruttando al contempo il suo marchio di fabbrica, lo stepback: movimento compatto e sempre più raffinato, in entrambe le direzioni.

Punti deboli

La capacità di imporre cambi ritmo, con effetti a cascata sul flusso offensivo corale, deve andare di pari passo con un lavoro su ball-handling e gestione dei possessi: il dato relativo alla percentuale di palle perse in rapporto ai possessi giocati, pericolosamente prossimo al 25%, è infatti una spia d’allarme troppo evidente per qualsiasi franchigia possa mostrare interesse nei confronti di un prospetto come Hayes.

Se nel presentare il profilo di Deni Avdija avevamo parlato di una “ritrosia” ad attaccare verso sinistra da parte del talento del Maccabi, qui la situazione è opposta. Hayes sa bene di dover colmare alcuni limiti, come dichiarato nel corso della già citata intervista a Shams Charania:

“Devo dimostrare alle squadre di saper attaccare anche verso destra. Ciò amplierebbe di molto le mie opzioni di gioco. Inoltre devo trovare costanza realizzativa da tre punti.

Il volume di tentativi a partita sta crescendo di anno in anno, indice di un lavoro che comincia a pagare dividendi

I compiti di regia in attacco non devono distrarlo da un’applicazione e un approccio costanti nella metà campo difensiva. Qui può spendere il core fisico per reggere i contatti e tentare di disturbare l’azione della point-guard avversaria, a patto di non andare fuori giri facendosi ingolosire dal recupero del possesso a tutti i costi. Istinti da sviluppare.

 

Upside

Fonti d’ispirazione diverse per molteplici aspetti del suo gioco:

“Sono cresciuto con gli highlights di Dwyane Wade e Derrick Rose 2010. Ora sto cercando di modellare il mio stile sull’esempio di molti mancini in NBA: il footwork e la visione di gioco di Ginobili, le abilità di scoring e passaggio di James Harden, D’Angelo Russell.”

Se riuscirà a “rubare” qualcosa a ciascuno dei giocatori sopra citati, la carriera NBA di Hayes potrebbe presto riservare sorprese.

 

Draft Projection

In una situazione così fluida e particolare come quella venutasi a creare per l’edizione 2020 del Draft, valutare il posizionamento di giocatori nell’ordine di chiamata è un esercizio quantomai rischioso.

Hayes ha parlato in videoconferenza in occasione della Combine con varie franchigie – Golden State, Phoenix tra le altre – ed è in ottimi rapporti sia con Sekou Doumbouya sia con Frank Ntilikina. Improbabile, in ogni caso, vederlo scivolare oltre la Top 10.

 

 

 

 

 

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Pubblicato da
Nicolò Basso

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