Squadra: Arizona Wildcats (Freshman)
Ruolo: Guard
2019-20 Stats Per Game:
Pts |
TotRebs |
DefRebs |
OffRebs |
Asts |
Stls |
Blks |
FG% |
3pts FG% |
Ft% |
12.0 |
4.6 |
3.3 |
1.3 |
2.6 |
1.5 |
0.4 |
42.4 |
36.1 |
78.0 |
2019-20 Advanced:
Ast% |
Reb% |
OffReb% |
DefReb% |
TO% |
Usg% |
Blk% |
eFG% |
TS% |
16.0 |
8.4 |
4.8 |
11.9 |
12.6 |
20.7 |
1.6 |
47.6 |
52.8 |
Avevamo già parlato di Josh Green su queste pagine, in una rubrica dedicata, a un paio di settimane dall’atteso double Nike Hoop Summit e McDonald All-American Game 2019. Con il senno di poi, la prestigiosa doppia vetrina per i giovani prospetti destinati a college di Division 1, non l’unica della sua carriera sin qui, è stata solo una gustosa anticipazione. La parentesi all’high school in Florida, all’interno dell’IMG Academy, si è chiusa infatti poco dopo – nel mese di aprile – con gli effetti speciali.
La squadra guidata da coach Sean McAloon ha mandato in archivio la stagione regolare con una sola sconfitta a fronte di 28 successi. Un ruolino di marcia impressionante, utile a strappare un biglietto per New York City in vista della fase finale del GEICO National Championship 2019. Si è trattato della seconda partecipazione al torneo per il programma ormai ventennale dedicato alla pallacanestro (nato nel 2001). In semifinale rimonta vincente da -16 nel quarto periodo sui campioni in carica di Montverde Academy; nell’atto conclusivo della manifestazione, invece, a cadere sotto i colpi di Green – MVP della gara con 19 punti – è stata La Lumière, #1 sino ad allora imbattuta [65-55].
Prima del passaggio al college, Green ha approfittato dell’offseason per sottoporsi a una procedura chirurgica alla spalla sinistra dopo l’intervento già realizzato nel 2018 a quella destra.
Arizona lo aspettava da tempo. Giocando d’anticipo, coach Sean Miller aveva avvicinato la famiglia del ragazzo sin dalla stagione freshman a Mountain Ridge High School. Mamma Cahla ricorda con piacere a ESPN la premura mostrata nei confronti del figlio da parte di tutto lo staff:
“Hanno cominciato a seguirlo molto presto. Credevano in lui e sono rimasti in contatto, ma senza mettergli alcuna pressione, Posso dire che Josh si è sempre sentito a proprio agio nel rapporto con coach Miller e l’ateneo.”
Una condizione ideale, non solo dal punto di vista tecnico, che ha consentito a UA di battere la concorrenza di un’altra powerhouse come i North Carolina Tar Heels. Green ha spiegato così la scelta, sempre a ESPN:
North Carolina era la scuola dei miei sogni da bambino, ma le cose cambiano. Devi scegliere l’opzione migliore per te: Arizona lo è al 100%”
“Sfortunatamente il processo di reclutamento è durato più della loro effettiva permanenza”. Nelle parole del capo programma di Arizona, si trova la sintesi – amara e allo stesso tempo realistica – di una stagione di college basket incompiuta interrotta sul più bello [nel caso degli Wildcats 1/4 di finale della Pac 12 vs USC] a causa della pandemia.
Titolare di una delle migliori recruiting class degli Stati Uniti d’America secondo il sito specializzato 247sports.com, l’allenatore può ad ogni modo consolarsi se pensiamo che tre membri del suo quintetto base sono in orbita Draft NBA 2020: Nico Mannion, Zeke Nnaj e – per l’appunto – Josh Green. Un trio da grandi numeri e grande stile.
Il debutto in occasione del tradizionale Red vs Blue Game ad Arizona:
Con l’arrivo di Green e Mannion, già compagni di squadra e stanza a West Coast Elite in occasione del circuito estivo AAU, sono sei i prospetti top 10 ESPN che hanno scelto di legarsi ad Arizona dal 2012 a oggi.
Punti di forza
Sviluppata per sua stessa ammissione grazie ai trascorsi nel football australiano in gioventù, la rapidità di piedi nello scivolamento difensivo è la caratteristica principale di Green. Ciò gli consente di mettere pressione costante sul portatore di palla.
Due azioni dalla partita vs Gonzaga: sempre davanti al giocatore avversario, non si fa depistare dalle finte e contesta il tiro.
Se aggiungiamo l’apertura alare di 208 cm, il suo profilo risulta potenzialmente spendibile come jolly in situazioni di cambio, anche in emergenza sul pick n roll.
Nella metà campo offensiva, oltre il 60% del suo gioco si sviluppa in situazioni di spot up shooting e transizione:
Perso lungo la linea di fondo, Green ha tutto il tempo per segnare un comodo tiro piazzato.
Punti deboli
Il fatto che sia stato impiegato perlopiù off-the-ball non permette di valutare appieno le sue abilità di ball-handling e playmaking. Due aree dove resta molto lavoro da fare.
Discorso analogo anche per quanto riguarda la capacità di variare soluzioni creando tiri in proprio, dal palleggio:
Alla già citata efficacia in transizione fa da contraltare una scarsa capacità di finalizzare contro una difesa schierata [26 su 70 in stagione nelle conclusioni al ferro, 38%].
Upside
Il vero punto di forza di Josh Green risiede nel suo essere già molto a fuoco. Il contesto tecnico e i princìpi della difesa cosiddetta packline di Arizona – disposizione all’aiuto sul lato forte, reattività sui cambi, aggressività sul portatore di palla – gli hanno permesso di mettere in mostra le sue migliori doti. Le medesime considerazioni restano valide anche nella transizione verso il professionismo NBA: nel giusto contesto, Green può aspirare a ritagliarsi un importante minutaggio sfruttando la propria versatilità two-way per costruire un profilo credibile da 3&D. Il modello d’ispirazione è, guarda caso, un ex Wildcat come Andre Iguodala:
“Jack Murphy, uno dei nostri assistenti ad Arizona, è in ottimi rapporti con lui. È venuto a vederci qualche volta e ho avuto occasione di parlarci. Adoro il ruolo che ha rivestito nelle diverse squadre con le quali ha giocato. Rende molto più bella la visione della partita.”
Anche Jason Terry ha voluto sbilanciarsi sul futuro di Green in NBA, augurandogli una lunga carriera.
Draft Projection
Nel “duello” a distanza con Nico Mannion, stando alle recenti proiezioni, Green potrebbe in linea teorica essere scelto poco più in alto, attorno alla ventesima posizione assoluta. Philadelphia, che chiamerà proprio alla #21, potrebbe sfruttare a proprio favore almeno due aspetti: CAA, agenzia che cura gli interessi del prodotto di Arizona, vanta tra i propri clienti anche Joel Embiid e il connazionale Ben Simmons ha sempre avuto una buona parola per il ragazzo. In Australia si sfregano le mani e già immaginano nuove cover celebrative.
I Sixers punteranno su di lui nel nuovo corso targato Doc Rivers? Appuntamento nella notte del Draft per tutte le risposte del caso.