Negli ultime due stagioni le ambizioni a Philadelphia erano alte, ma la squadra ha sempre fallito i suoi obiettivi – nonostante la presenza ampia di talento nel roster. Con l’arrivo di Jimmy Butler, l’anno scorso, i Sixers sembravano una delle favorite per raggiungere le Finals. Tuttavia il loro cammino si fermò a gara 7, a causa dell’ormai famosissimo tiro di Kawhi Leonard allo scadere.
Ciononostante, al termine di quella avventura la squadra aveva dimostrato di potersela giocare con le più forti della Eastern Conference, ma durante la offseason dello scorso anno, i Sixers si sono mossi sul mercato compiendo delle decisioni importanti e lasciando andare pezzi di prim’ordine del loro roster come Butler e J.J. Redick. Un cambio troppo repentino per una compagine che ha sofferto, durante tutta questa stagione, di alti e bassi abbastanza evidenti.
Nel momento topico dei Playoff 2020, Philadelphia ha avuto anche la sfortuna di presentarsi senza Ben Simmons, ma lo sweep ricevuto al primo turno contro i Boston Celtics ha suscitato diverse polemiche in casa 76ers. La franchigia è subito intervenuta licenziando in tronco Brett Brown.
J.J. Redick, nel suo podcast, è quindi tornato a parlare della sua avventura a Philadelphia, evidenziando anche il comportamento dei tifosi, a suo dire pronti a fischiare la squadra nei momenti negativi. Queste le sue parole:
“Quando giocavo a Philadelphia, durante le partite casalinghe, avevi sempre l’impressione che ti avrebbero fischiato quando prendevi un tiro. È molto diverso giocare a Philadelphia che nelle altre squadre.”
I Sixers avranno molto a cui pensare quest’estate. La squadra ora è affidata a Doc Rivers, al quale aspetterà il difficile compito di portare i Philadelphia 76ers alle tanto agogniate Finals.
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