Squadra: Kentucky (Sophomore)
Ruolo: Point Guard/Shooting Guard
2019-20 Stats Per Game:
Pts |
TotRebs |
DefRebs |
OffRebs |
Asts |
Stls |
Blks |
FG% |
3pts FG% |
FT% |
16.1 |
4.2 |
3.7 |
0.5 |
1.9 |
0.9 |
0.1 |
41.7 |
40.9 |
92.3 |
2019-20 Advanced:
Ast% |
Reb% |
OffReb% |
DefReb% |
TO% |
Usg% |
Blk% |
eFG% |
TS% |
11.4 |
7.4 |
2.1 |
11.9 |
10.6 |
23.4 |
0.5 |
51.1 |
59.5 |
Un inizio a marce basse, sia individualmente sia come rendimento di squadra a Lexington Kentucky, quando la squadra di Coach Calipari si era ritrovata con un record di 5 vinte e 3 perse con le cifre di Quickley che recitavano 12 punti scarsi di media e un efficienza offensiva ondivaga. Da quel momento il prodotto della John Carroll School è letteralmente esploso e, anche complice l’assenza prolungata del leader designato Ashton Hagans, si è preso in mano la squadra portandola ad essere una delle più interessanti del panorama NCAA.
8 partite sopra i 20 punti dall’inizio del nuovo anno e quasi 19 punti di media mostrando un repertorio offensivo molto più ampio rispetto a quello fatto vedere nella stagione da freshaman. Non solo un tiratore , ma anche shooting creator di primo livello, e, cosa ancora più importante, risolutore nei momenti più importanti delle partite. La crescita nel suo secondo anno di College lo hanno portato anche a vincere il premio come miglior giocatore della SEC (17esimo Wildcats a riuscirci, il primo fu Pat Riley)
Punti di forza
La caratteristica che subito salta all’occhio di Quickley è sicuramente il tiro da tre punti: oltre alle ottime percentuali fatte vedere durante i suoi due anni di college basketball, il giocatore di Kentucky ha una meccanica di tiro molto fluida e veloce che gli permette di tirare in diverse situazioni di gioco senza troppa difficolta, da spot up, in riposizionamento, dal palleggio e in uscita
Oltre il 45% dagli angoli per il tiratore dal Maryland
Sempre in movimento per dare la linea di passaggio migliore e tirare, “Relocate”
Dal palleggio, attaccando sul recupero del difensore o giocando un pick and roll
Come detto nell’ultima stagione Quickley ha lavorato anche per sviluppare il suo gioco offensivo costruendosi delle buone alternative al tiro da tre punti, sopratutto nel mid range.
Qui con uno step back jumper
La soluzione che predilige dentro la linea dei tre punti è quella del runner, con una percentuale che si aggira intorno al 45% di realizzazione
Battere il close out e con un floater tirare sopra il difensore dentro l’aria sfruttando la sua wingspan da 206 cm
Difensivamente il suo potenziale è stato sottovalutato, oscurato dai due compagni Hagans e Maxey, forse tra i migliore della SEC e del College Basket, sopratutto il primo. Con i suoi 206cm di wingspan e un’ottima capacità di chiudere gli spazi in orizzontale, Quickley ha dimostrato di poter marcare avversari più ruoli non soffrendo troppo giocatori ben più rapidi o più fisici di lui.
Qui contro Emanuel Miller a cui cede 10 cm e 10 Kg non soffre particolarmente e sfrutta le sue lunghe braccia per stopparlo
A chiudere le sue ottime capacità balistiche c’è sicuramente la precisione dalla lunetta, abilita sempre più importante nel basket contemporaneo. Oltre ad essere un terrificante tiratore di liberi da 92% in questa stagione, il giocatore ha anche una grande capacità di conquistare giri gratis in lunetta, utilizzando molto bene il corpo e cercando spesso il contatto, anche con l’utilizzo delle finte sul tiro da tre punti.
Buona capacità anche di reggere il contato e segnare con il fallo, mentre nella seconda clip ottimo utilizzo della finta per sbilanciare l’avversario e farselo crollare addosso
Punti deboli
Sicuramente, proiettando Quickley in ottica NBA, quello che balza all’occhio è la scarsa fisicità del giocatore per il ruolo di guardia, dove verrebbe troppo spesso portato in avvicinamento a canestro da quasi ogni guardia nei poster avversari. Per questo motivo sarà necessario da parte sua migliorare le sue capacità di playmaking, che, al di là dei due soli assist a partita, si è spesso dimostrato insufficiente sopratutto nelle scelte.
Quando non si tratta di dover concludere a canestro Quickley non è sempre lucido nel scegliere la giocata migliore da fare
Sempre offensivamente parlando il miglior giocatore della SEC ha qualche difficoltà nel chiudere al ferro (42% in stagione) a causa di una fisicità e un’esplosività sotto la media rispetto a molti dei pari ruolo
Nella metà campo difensiva i miglioramenti che Quickley deve fare sono di attenzione, molto spesso gli è capitato durante la stagione di avere delle gravi amnesie difensive perdendosi l’uomo durante l’azione, una pecca, in sua difesa, imputabile a diversi giocatori collegiali che molto spesso si supera entrando nei sistemi difensivi più complessi delle squadre pro.
Upside
Per quanto riguarda l’impatto immediato, la prossima scelta al Draft potrà sicuramente ritagliarsi un ruolo da specialista, un 3&D di taglia ridotta, come Malik Monk, uscito dal suo stesso ateneo, in grado di poter garantire anche alcuni minuti da point guard, ma con maggiori responsabilità da tiratore. Ovviamente le sue possibilità di emergere nella lega passeranno dalla sua capacità di migliorare alcuni aspetti del suo gioco come la visione e il ball handling che gli permetterebbero di giocare più minuti in cabina di regia.
Draft projection
Sulle sue quotazioni al Draft, dopo una breve apparizione a fine primo giro, ora il prodotto di Kentucky sembra essersi stabilizzato nella parte alta del secondo giro dove potrebbe far comodo ad alcune franchigie.
In particolare attenzione a Philadelphia che ha due scelte, la 34 e la 36, e a cui potrebbe far comodo un giocatore affidabile da mettere sul perimetro (uno dei grandi problemi dell’ultima stagione dei Sixers) per allargare il campo a Simmons ed Embiid. Altra franchigia da tenere sottocchio è sicuramente Dallas, alla ricerca di buoni difensori sulla palla e di tiratori che possano convertire i passaggi illuminanti di Luka Doncic. Infine si è parlato anche dei Pelicans dove però sono già presenti due giocatori come Frank Jackson e Nickeil Alexander-Walker, con cui, seppur avendo alcune caratteristiche differenti, si creerebbe una sovrabbondanza di giocatori nel ruolo molto, troppo giovani. Come sempre il secondo giro risulta sempre essere di difficile previsione, sopratutto in un Draft senza troppi acuti di talento, certo è che pare difficile vedere scivolare Quickley sotto la 40esima scelta, dove invece dovrebbe posizionarsi il suo compagno Ashton Hagans