NBA, la curiosa scommessa che ha portato Simmons a disegnare la nuova “City Edition”

Nelle ultime settimane tutte le franchigie NBA hanno pubblicato sui principali profili social le nuove versioni delle divise “City Edition”, che i giocatori avranno modo di indossare già dalla prossima stagione.

Tra le maglie che hanno fatto più scalpore c’è sicuramente quella dei Philadelphia 76ers i quali, buttando un occhio al passato, hanno deciso di tornare alla versione nera, icona degli anni di Allen Iverson in città.

A posare con la nuova divisa è stato Ben Simmons che, in un’intervista a Zack Lowe di ESPN, ha affermato di aver avuto un ruolo decisamente importante nel disegno e la successiva creazione della divisa:

“Sono stato io a decidere di riportare la maglia nera”.

C’è da dire, però, che il coinvolgimento di Ben Simmons nella progettazione delle uniformi non è stato del tutto casuale. Per spiegarlo, infatti, bisogna ripartire dal suo anno da rookie: stagione 2017-2018,

Simmons stava per concludere il suo primo mese da giocatore NBA attivo quando ha chiesto al responsabile delle attrezzature dei Sixers, Scott Rego, perché la squadra negli ultimi anni non indossasse il colore nero. Con gli occhi di un bambino cresciuto in Australia, il 24enne ha trascorso la sua infanzia idolatrando il leggendario Allen Iverson, con la maglia nera e il numero 3 dietro la schiena, che ha portato i Sixers alle NBA Finals nella stagione 2000-2001, conclusesi però, con una sconfitta in Gara 5 contro i solidissimi Los Angeles Lakers. Proprio per questo motivo ha subito preso iniziativa e iniziato ad informarsi su cosa fosse possibile fare per cambiare le cose.

Per aiutare lo spirito d’intraprendenza del giovane rookie, Rego gli ha detto di affrontare la questione con Chris Heck, il presidente della squadra. Quest’ultimo infatti, subito dopo essere entrato nella franchigia nel 2013, aveva promesso che il design della squadra non si sarebbe più affidato al nero.

Sfortunatamente per lui, Simmons e i compagni di squadra più giovani sono stati parecchio insistenti per riportare in città il vecchio colore iconico.

Nello stesso anno, infatti, per sollecitare il presidente, Simmons aveva pubblicato un Tweet nel quale gli chiedeva esplicitamente di avviare il progetto delle nuove maglie. In risposta, e forse quasi per scherzo più che per sfida, il presidente gli ha risposto che avrebbe acconsentito la sua richiesta solo se avesse vinto il premio di Rookie of the Year. Alla fine così è andata.

Dopo aver vinto il ROY nel 2018, Simmons ha dovuto aspettare altri due anni per prendere parte al progetto di design della nuova divisa. Vista la lunga attesa, si può dire che è stata un’esperienza che senza dubbio non dimenticherà:

“È stato davvero bello farne parte, è sicuramente qualcosa che rifarei. Avere avuto modo di partecipare e aiutare mi ha aperto gli occhi, é incredibile quanto possa essere lungo tutto il lavoro”.

Un commento che decisamente non poteva mancare era quello dell’Hall of Famer Allen Iverson che, riguardo le nuove maglie, ha detto:

“La amo. È quasi agrodolce. Li guardi e ti immagini di giocarci – aggiungendo la fascia per i capelli, quella per i polsi, lo scalda braccio, cercando di dare anche il tuo tocco personale”.

Nella scorsa stagione, i Sixers sono entrati nella corsa ai Playoff al sesto posto, uscendo immediatamente al primo turno con un pesante sweep per mano dei Boston Celtics.

Vista l’amarezza con cui si è conclusa la post season, i Sixers cercheranno senz’altro di riscattarsi per la prossima regular season. Con l’arrivo di Coach Doc Rivers e l’approdo di Daryl Morey nella dirigenza, la squadra potrà ben sperare per il prossimo anno. Fondamentale sarà la salute dei giocatori e la coesione in campo, probabilmente mancata la scorsa stagione.

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Guarda i commenti

  • E' molto bella, fosse stata tutta nera senza il profilo delle case sarebbe stata ancora più bella a mio modo di vedere.
    Piccola chicca che in pochi hanno notato, sopra le lettere AD della scitta PHILADELPHIA il profilo delle case disegna le lettere TTP: Trust The Process.

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Pubblicato da
Pietro Carfì

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