I Golden State Warriors hanno intenzione di impiegare il 50% della capienza del loro Chase Center per poter ospitare il massimo numero di spettatori consentiti dalle normative della NBA.
Joe Lacob, proprietario della franchigia, ha dichiarato che l’iniziativa, denominata “Operation DubNation“, si fonderà anche sul pronto pagamento di 30 milioni di dollari. La somma è volta a rendere operativo un ingente numero di siti abilitati al tampone rapido nei pressi del palazzetto, nonché un sistema di continua filtrazione dell’aria circolante all’interno dello stesso.
In questo modo, giocatori, tifosi ed addetti ai lavori avranno la possibilità di svolgere assai celermente il test virale nei giorni in cui si terranno le partite. All’interno del Chase Center saranno evidentemente obbligatori comunque il mantenimento della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale.
Secondo le indiscrezioni, il piano sarebbe stato già messo in atto a partire dallo scorso 11 marzo, quando la lega sospese momentaneamente la stagione.
Di seguito, riportiamo da ESPN le parole di Joe Lacob circa l’impatto economico della pandemia:
“Non c’è NBA senza tifosi. Sono loro l’anima delle partite e sono capaci di influenzare i giocatori. L’assenza di pubblico condiziona in negativo però anche le aziende, che non possono resistere a lungo senza questo tipo di introito primario. La scorsa stagione ha portato grandi difficoltà e una seconda di pari entità potrebbe metterci in ginocchio. Bisogna cambiare l’ottica delle spese: inizieremo a investire nel settore sanitario per tornare a incassare in quello sportivo.”
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