Austin Rivers ha sposato il progetto New York Knicks in estate e già sembra essersi calato nella parte di leader dello spogliatoio. Al primo incontro con la stampa dal suo passaggio in bluarancio, il figlio di coach ‘Doc’ non ha fatto mistero delle ragioni alla base della scelta. Rivers, inoltre, ha colto l’occasione per lanciare qualche frecciatina a colleghi chiamati a prendere decisioni analoghe nel recente passato.
Di seguito le sue parole:
“Siamo in un’epoca in cui a tutti piace cavalcare un’onda. I giocatori vogliono andare in contesti in ascesa, franchigie che stanno già facendo molto bene. Hanno perso l’interesse nel cercare di rendere di nuovo grande qualcosa. Non capisco come non si possa desiderare di giocare a New York, per me la scelta è stata ovvia. […] Perché non provare a essere parte di qualcosa di speciale? Tutto ora è indirizzato nel verso giusto: l’arrivo del coach, lo staff, il management, le scelte fatte al Draft. […] Facile optare per una squadra che fa i Playoff da quattro/cinque anni e dove tutto è già strutturato. Ci sono passato anch’io, sono state grandi esperienze, ma ora voglio cogliere la lezione e aiutare quest’organizzazione in tutti i modi. […]. Dobbiamo invertire una tendenza e rendere questa una piazza attrattiva. Ce la faremo perché abbiamo tutto il resto: la città di New York, i migliori tifosi, il Madison Square Garden ogni sera […]. Sono entusiasta.”
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