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NBA, Rondo e la scelta di Atlanta: “A Est c’è poco talento e ai Playoff può succedere di tutto”

Dopo aver vinto il secondo titolo della sua carriera – stavolta con i Los Angeles Lakers – ed essere stato autore di un’eccellente corsa Playoff all’interno della bolla di Orlando, Rajon Rondo aveva logicamente deciso di rifiutare la sua player option per diventare un free agent e andare alla caccia di un contratto decisamente più sostanzioso rispetto al minimo salariale. Quello che ha stupito un po’ tutti, invece, è averlo visto abbandonare i gialloviola dopo un’annata così positiva.

Qualche indizio sul suo addio, ad onor del vero, lo aveva portato a galla lo scambio portato a termine da Rob Pelinka con l’acquisizione, poco prima della free agency, di Dennis Schroder. Ebbene, una volta aperta la sessione di mercato NBA, Rondo ha annunciato di aver firmato con gli Atlanta Hawks, per l’ennesima avventura nella lega. Queste le parole di Rondo a riguardo:

“La squadra che ho lasciato in realtà non faceva i Playoff da 7 anni, quindi se guardiamo ai numeri questa potrebbe essere stata un’opzione comunque ottima, vedendo il risultato finale colto. Atlanta è una squadra giovane e di talento. Trae Young, John (Collins), Kevin Huerter… i giovani qui hanno un enorme potenziale. Onestamente, quest’anno non trovo che l’Est sia pieno di talenti. C’era la possibilità di giocare per altre squadre forse più pronte per giocare una finale, ma come avete visto ai Playoff può succedere di tutto. Questa squadra è giovane, con molti giovani desiderosi di imparare, con un grande potenziale ed è decisamente versatile. Volevo unirmi a questa compagine e aiutarla per l’ascesa al potere.”

In realtà, tanto ha fatto il contratto biennale da 15 milioni di dollari che ha definitivamente convinto il play ad accettare la sfida Hawks. Intanto, Rondo porterà nella Georgia tutta la sua esperienza, necessaria per sviluppare giocatori di talento. Uno su tutti? Trae Young:

“Vedo un giovane giocatore di grande talento. Può fare qualsiasi cosa sul parquet. Ho fatto qualche chiacchierata con lui e non vedo l’ora di studiare qualche suo video, studiare il suo cervello e fargli capire quali sono i modi migliori per attaccare una difesa o come le difese cercano di controllarlo e contenerlo. Non vedo l’ora di imparare da lui, quello che sa, come vede il gioco, e poi porterò la mia opinione su come possiamo ‘spezzare’ le difese avversarie e come portare il suo talento al livello successivo. Penso di poterlo aiutare a progredire in tanti modi. Non credo si vedrà dalle statistiche, ma sarà più una questione di mentalità, di approccio al gioco, di come può gestire le difese ed essere efficace in difesa, anche se è piccolo di statura. Non credo che tutto questo sarà visibile nelle stats, non migliorerò il suo tiro da 3 punti o il numero dei suoi assist. Cercherò, però, di mostrargli un nuovo modo di giocare e controllare il tempo.”

Come con Gallinari, Rajon dovrà accettare un ruolo marginale, partendo dalla second unit. Qualcosa che però non preoccupa il play:

“Non mi hanno ancora detto niente in realtà. Però sono in questa lega da 15 anni e so che non vengo qui per giocare come starter o per stare sul parquet almeno 30 minuti a notte. Farò tutto quello che la squadra mi chiederà. Sono pronto a ricoprire qualsiasi ruolo, sarò pronto. Non c’è un ruolo particolare per me. Penso che in primis dovrò dare l’esempio e aiutare i giovani a capire cosa serve per vincere a questi livelli e con continuità.”

Il professor Rondo è pronto ad una nuova lezione.

 

 

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Simone Ipprio

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