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NBA, Danny Green: “Io e Howard portiamo la nostra mentalità vincente a Phila”

Nemmeno il tempo di cominciare e Danny Green sembra aver già preso il comando di Philadelphia. L’ex giocatore dei Los Angeles Lakers, atterrato nella città dell’amore fraterno con il mercato NBA 2020, è pronto a cominciare la sua nuova avventura con la canotta dei 76ers. Con quali ambizioni? Mai differenti dalla ricerca del titolo:

“Dato che sono stato scambiato subito dopo la fine stagione, ho avuto il tempo di trasferirmi qui a Phila, trovare un posto dove sistemarmi, conoscere i miei nuovi compagni di squadra. È tutto nuovo per me e ho bisogno di conoscerli ancor più nel dettaglio, ma avrò tempo per farlo nel giusto modo. Fortunatamente non sono stato scambiato in stagione corso. In ogni caso, a questo punto della mia carriera ci si rende conto che tutte le squadre usano più o meno le stesse tattiche in campo, quello che cambia è la terminologia degli schemi e la teoria. Ma niente di clamorosamente differente dalle altre squadre. Per ora ho svolto qualche allenamento classico. Devo solo migliorare l’intesa con i miei compagni di squadra e imparare i concetti dell’allenatore.”

E Danny Green sembra avere già un’idea chiara del ruolo che potrebbe avere a Philadelphia:

“Penso che con questo gruppo il mio lavoro sarà ancora più importante fuori dal campo che sul campo. Li aiuterò a capire i piccoli dettagli che rendono possibile vincere. Gli insegnerò l’importanza delle piccole cose, ossia come difendere meglio il pick-and-roll, come uscire dai blocchi, come comunicare in maniera efficace, come essere pazienti e come comunicare in difesa. Penso di poter aiutare tutti: non solo le stelle, ma anche i gregari.”

Green ha poi parlato della piazza e del calore dei tifosi di Phila, sempre pronti a far sentire la propria voce, nel bene e nel male:

“Ho sempre odiato giocare a Philadelphia. Sono una delle squadre più difficili da affrontare quando sono in casa, soprattutto quando riescono a presentarsi con Ben e Joel insieme sul campo. Tobias è un altro ottimo realizzatore. È sempre stato difficile affrontarli, specialmente con i fan pronti a urlarti addosso in ogni occasione. Anche senza Jimmy Butler, i 76ers hanno ancora la stessa identità, sono un gruppo che non molla. Devi essere intelligente e giocare da stratega quando attacchi contro di loro. Era difficile trovare tiri aperti.”

Dopo il saluto forzato dai Lakers, i quali hanno valutato Green come un semplice asset di mercato da utilizzare, ora il giocatore è pronto a trasferire un po’ della sua mentalità in una squadra che lo ha voluto per davvero:

“È incredibile sentirsi desiderati. Sono felice di essere qui e sono contento del loro forte interesse su di me. Spero di soddisfare le loro aspettative, ma voglio che anche loro abbiano un po’ di pressione. Ho appena vinto due titoli di fila e il loro lavoro adesso è portarmi ad un terzo anello. Se falliscono, è perché avranno sbagliato loro, non io. No, sto solo scherzando. Il mio lavoro sarà quello di aiutare tutti: giovani e meno giovani. Dwight Howard e io porteremo loro questa cultura vincente. Li aiuteremo a costruirla. Non accadrà dall’oggi al domani, ma giorno dopo giorno, è un processo. Spero che al momento della pausa All-Star, quindi entro la fine della stagione, i ragazzi saranno mentalmente pronti ad affrontare il resto.”

 

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  • Sul fatto che Green porti mentalità vincente ed esperienza nei playoff nulla da dire: è la verità. Discorso diverso per D.Howard che di mentalità vincente non ha nulla ed è un giocatore assai limitato, certo ha ancora un fisico ed una altezza invidiabili, ma da tempo non è più esplosivo e il suo contributo in campo è modesto, negli spogliatoi non credo sia uno che "li accomoda" per non dire diversamente.

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Pubblicato da
Simone Ipprio

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