Dan Burke, attuale assistente allenatore di Doc Rivers ai Philadelphia 76ers, potrebbe faticare ad entrare da subito nelle grazie dei tifosi della Pennsylvania. Durante la scorsa stagione, dopo una sconfitta rimediata dagli Indiana Pacers, franchigia della quale era vice allenatore, proprio contro i 76ers, Burke aveva sfogato la frustrazione, riferendosi agli avversari con termini poco cordiali:
“Disprezzo quella franchigia, sopravvalutata ed aiutata sempre dagli arbitri. Embiid è un simulatore di prima fascia. La direzione di gara lo aiuta in ogni modo, chiudendo gli occhi su una serie di scorrettezze che la lega dovrebbe quantomeno sanzionare a posteriori.”
Nonostante tra i due si fosse ingenerato uno screzio, la professionalità ha sovrastato i dissidi personali. Proprio Embiid ha comunicato di aver seppellito l’ascia di guerra, come è giusto che sia, affinché ne giovi tutto l’ambiente:
“Tutti si odiano da avversari in una lega di cannibali. Quelle parole, per quanto veementi, sono lusinghiere: ho capito che a nessuno piace giocare contro di me, perché ho sempre un’alternativa offensiva. Se non segno, subisco fallo e questo innervosisce chiunque. Sapersi guadagnare i fischi è sintomo di grande conoscenza del gioco, non di indolenza. Il passato non mi interessa. Ora siamo dalla stessa parte e ci divertiremo.”
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