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NBA Season Preview: Atlantic Division

Brooklyn Nets

Catalizzatori di attenzioni, i Brooklyn Nets vogliono finalmente raccogliere i frutti della free agency 2019, l’estate che ha dato una nuova dimensione alle ambizioni della franchigia. La squadra si porta appresso  il carico di aspettative forse più alto di tutta la lega in relazione al potenziale e deve dare compiutezza a un progetto che non smette di regalare novità. A partire, ovviamente, dalla guida tecnica affidata a Steve Nash, con un coaching staff di assoluto livello. Al due volte MVP in maglia Suns andrà il delicato compito di gestire una squadra con due campioni quali Durant e Irving, notoriamente personalità eccentriche, e allo stesso tempo di competere ad altissimi livelli, alla sua prima esperienza come allenatore.

Brooklyn si è mossa bene nella recente finestra di mercato: non potendo contare su scelte al Draft importanti, ha fatto il possibile per trattenere i suoi giocatori migliori, limando le perdite, e inserendo allo stesso tempo qualche ottima pedina in uscita dalla panchina.

Attraverso l’unico scambio che ha coinvolto la franchigia, una trade a tre con i Pistons e i Clippers, i Nets hanno ottenuto Bruce Brown da Detroit, e soprattutto un più che discreto tiratore come Landry Shamet in arrivo da LA. Coinvolti nella trade Dzanan Musa, e i diritti sulle scelte #19 e #56 di Brooklyn. Nello stesso scambio, Brooklyn si è assicurata le prestazioni di Reggie Perry, scelta #57 al draft.

Parlando di free agency pura, da segnalare il rinnovo quadriennale da 75 milioni di dollari di Joe Harris. Cifre importanti, certo, ma grosso modo linea con le tendenze di mercato riservate ai tiratori del suo calibro (Bertans 80×5 a Washington).

La franchigia, inoltre, si è assicurata le prestazioni di Jeff Green, un buon role player che bene ha figurato a Houston nell’ultima stagione, mantenendo medie da 12,2 punti, 1,7 assist e 2,9 rimbalzi a partita, nonostante lo scarso minutaggio. L’unica nota negativa, se vogliamo, è la partenza di Garrett Temple. La guardia, chiusa  inevitabilmente dal ritorno in pianta stabile  di Kyrie Irving e dall’esplosione di Harris e Dinwiddie, ha preferito firmare un contratto annuale da 5 milioni di dollari con i Chicago Bulls, rifiutando l’estensione con i Nets.

Con un occhio al mercato NBA ancora in fermento, impossibile tralasciare i rumors che in queste settimane accostano James Harden alla Grande Mela,  sponda Nets. Dopo la partenza di Russell Westbrook per un John Wall dalle pochissime certezze, la posizione del Barba è assolutamente in bilico.

Acquisire anche Harden vorrebbe dire per Brooklyn, saltare l’intera fila e mettersi davanti a tutti gli altri per la lotta all’anello. Nonostante i possibili problemi di fit tra Harden e Irving, e il numero di asset che la squadra dovrebbe scambiare per ottenere l’MVP del 2018 e mantenerlo a roster, discutere i benefici che porterebbe questo nuovo assetto Big Three sarebbe da folli.

Dalle dichiarazioni dello stesso DeAndre Jordan, sembra che il riunito trio sia pronto a dimostrare il suo valore, e che Durant e Irving siano tornati quelli degli anni migliori. Se così fosse, l’Est potrebbe avere una nuova regina.

Per quanto riguarda il quintetto titolare, al netto degli infortuni, dovrebbe essere composto da Irving e Harris nel backcourt, e da LeVert, Durant e Jarrett Allen. La scorsa stagione ha portato Brooklyn ai Playoff, e ha messo sotto gli occhi di tutti la grande maturazone di Caris LeVert e Spencer Dinwiddie.

Proprio loro due, dovranno alternarsi nel ruolo di terzo violino della squadra, con Dinwiddie che con ogni probabilità avrà il ruolo si sesto uomo. Occhio al ritorno di DeAndre Jordan che, al massimo della forma, è un centro in grado di dare molta fisicità e protezione del ferro a  I Nets si ritrovano inoltre parecchi ottimi giocatori in uscita dalla panchina, come Landry Shamet, Jeff Green, Timothé Luwawu-Cabarrot.

 

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Pubblicato da
Gabriele Russo

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