Ora lo possiamo dire davvero: Kevin Durant è tornato. Nella notte, infatti, l’ex stella degli Warriors, è sceso in campo nella prima partita di preseason NBA dei Brooklyn Nets. 552 giorni di assenza sono pesati tantissimo per una squadra che quest’anno punta al titolo più che mai. Nella vittoria contro Washington per 119-114, KD è rimasto in campo 23 minuti, siglando 15 punti a 5/12, 3 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate:
“Se ero teso? Sicuramente sì, visto che ero anche nervoso prima di questa partita. Stavo visualizzando questo momento da tanto tempo. Ho pensato più volte a come sarebbe stata la prossima fase della mia carriera per 9, 10 mesi. Quindi c’era anche un po’ di impazienza. Soprattutto con il COVID, è stato molto frustrante perché non riuscivo a vedere la fine…”
Dopo aver segnato 11 punti (3/3 dal campo) nel 1° quarto, Durant ha segnato solo 2 punti (e 2/4) nel 2°, senza segnare nemmeno un punto nel terzo periodo (0/4):
“Nel complesso, non ho giocato molto bene. Ho avuto alcuni momenti solidi, ma almeno sono tornato a giocare contro giocatori solidi fisicamente, come Hachimura. Ho faticato fisicamente, ma è stato bello tornare: ha rafforzato la mia fiducia. Dopo una sola partita di pre-campionato è difficile dire di più, mi sentivo bene ma voglio giocare al massimo livello, con la massima intensità. Questo è un buon primo passo. Voglio giocare il mio miglior basket alla fine della stagione e nei playoff. Ci sto lavorando.”
La rottura del tendine d’Achille di giugno 2019 è lontana, per la felicità di coach Nash che a fine partita si è goduto Durant:
“È un giocatore fantastico, ha avuto un infortunio che pochissime persone hanno subito. Ogni giorno porta gioia, simile a quella di un bambino, e amore per il gioco. È bello rivederlo con noi. Ecco perché è qui, oggi, dopo questo grave infortunio: perché ha questa passione per il gioco.”
Leggi Anche
NBA, Brooklyn Nets: Steve Nash ha parlato dei possibili ruoli di Kevin Durant
Mercato NBA, i Miami Heat ci pensano davvero: James Harden in cambio di Tyler Herro
NBA, la nuova routine di Stephen Curry: il tiro prepartita dalla tribuna?